Marmocchio.it
Home » neonato » Allattare un bambino neonato adottato? Si può

Allattare un bambino neonato adottato? Si può

Quante mamme sanno che pur non avendo mai partorito una donna è in grado di allattare ugualmente? Di primo acchito potrebbe sembrare impossibile eppure le mamme che non hanno avuto in grembo il piccolo, possono allattare il bambino neonato adottato. Si parla di allattamento adottivo o lattazione indotta.

La storia dell’allattamento indotto

Già nel 1800 si desume dalla letteratura medica che la pratica dell’allattamento in assenza di gravidanza fosse conosciuto. Tale pratica era adottata in varie popolazioni in via di sviluppo. Il pediatra Antonio Scarpa presentò a Trieste nel 1935 durante un congresso nazionale di nipiologia ( studio integrale del lattante dal punto di vista: biologico, psicologico, antropologico, clinico, giuridico, storico, igienico, sociologico, pedagogico) i risultati di un’indagine sulla produzione di latte in alcune donne africane indipendentemente dalla gravidanza. Si trattava per la maggioranza di donne entrate in menopausa e di alcune giovani che non avevano ancora procreato. Queste donne si erano prese cura allattando bambini rimasti orfani. Per riuscire a stimolare la produzione del latte ricorrevano ovviamente alla stimolazione data dal neonato con la suzione e assumendo erbe considerate galattogoghe.

Allattamento indotto oggi

Ad oggi gli studi scientifici in materia sono piuttosto scarsi e per questa ragione molti operatori sanitari non sono preparati e sensibilizzati al tema. Questa mancanza di preparazione priva spesso i genitori adottivi d’informazioni importanti e del necessario supporto.

A disposizione degli operatori però esiste il protocollo di lattazione indotta, nato dalla collaborazione di Lenore Goldfarb, consulente professionale di allattamento materno (IBCLC canadese) e il Dott. Jack Newman, medico canadese considerato il guru dell’allattamento materno.

Come stimolare la produzione di latte in assenza di gravidanza

La gravidanza prepara il corpo della donna ad allattare in principio grazie agli ormoni:progesterone, estrogeni e prolattina. Questi ormoni preparano il seno. Terminata la gravidanza i livelli di progesterone ed estrogeni calano e aumentano quelli di prolattina e il seno comincia a produrre latte. La vera e propria produzione di colostro ( che comincia già dalla sedicesima settimana di gestazione) prima e latte poi avviene dopo il parto. Ciò che stimola la produzione di latte è la suzione del neonato.

Nel caso di allattamento indotto mancando la componente ormonale tutto si concentrerà sulla stimolazione attraverso tiralatte e suzione del bambino. La stimolazione richiede pazienza, costanza ed una forte motivazione. Scoraggiarsi è un rischio sempre in agguato. Per questo il supporto di operatori sanitari preparati dovrebbe essere la regola, per dar modo di fornire un’assistenza efficace alle donne che intendono allattare il loro piccolo.  Si può anche valutare eventualmente insieme a chi segue la futura mamma di utilizzare farmaci o fitoterapici per stimolare e aumentare la produzione di latte.

Se la decisione è quella di voler allattare il proprio bambino adottivo è importante quindi informarsi e cercare di creare una rete che sostenga nel percorso: un medico, una consulente professionale in allattamento e ovviamente la propria famiglia.

Alcune statistiche statunitensi parlano di un successo. Ben il 26% delle mamme che provano l’allattamento indotto hanno risultati positivi, pur ricorrendo alcune all’integrazione di un supplemento di latte artificiale.

Non solo nutrimento di latte ma anche e sopratutto di amore

E’ ormai noto che il primo contatto che si stabilisce tra la mamme e il neonato sia fondamentale e determinante per la loro relazione futura. Con un figlio adottivo il primo contatto della nascita è posticipato ma non per questo è meno importante. E’ proprio grazie a questo contatto pelle su pelle, intimo e speciale che mamma e neonato imparano a conoscersi. Attraverso l’allattamento il piccolo si sente nutrito, accudito, protetto e amato. Non è importante quanto latte la mamma sarà in grado di produrre.  E’ importante il momento speciale che si crea tra mamma e figlio, è importante il dono di amore che la mamma fa al suo bambino.

Articoli correlati:

Condividi l'articolo con i tuoi amici... ;)

Continua a leggere su marmocchio 

Categorie