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Bambini annoiati e senza fantasia, insegniamo ai figli a giocare da soli

I bambini di oggi non riescono a giocare da soli. Sempre più spesso le giovani generazioni non esercitano fantasia e creatività per passare del tempo in autonomia, richiedendo al contrario una presenza assidua da parte dei genitori. Abituati già da piccolissimi a trascorrere il proprio tempo con smartphone e tablet, o anche altre console, per i bambini di oggi è sempre più difficile inventarsi un gioco e stare da soli. Il più delle volte subentra la noia e le continue richieste a mamma e papà.

L’importanza del gioco

Il gioco è una delle componenti fondamentali nella vita di un bambino, già dai primissimi mesi di vita. Il gioco ha infatti un ruolo importantissimo nello sviluppo dell’individuo perché permette di sperimentare e rafforzare le competenze cognitive, fisiche e sociali del bambino.
Con la crescita del bambino cambiano gli approcci e le fasi del gioco. Se nei primi mesi di vita è l’adulto che, tramite il gioco, instaura un rapporto con il neonato, che risulta un semplice spettatore o poco più, con i passare del tempo l’interazione diviene sempre più forte. Fino a quando è il bambino stesso che sperimenta e sceglie i suo giochi, richiedendo l’adulto solo per essere assistito.
I genitori sono i principali compagni di gioco fino ai tre anni di età circa. In questo periodo il bambino ha ancora difficoltà a relazionarsi e non è pronto a giocare con gli altri bambini. Solo in seguito i bambini riescono a interagire tra loro con giochi di ruolo e rispettando delle regole.
Generalmente tutti i genitori sono portati a spingere i propri figli a relazionarsi e a giocare con gli altri. E’ importante però anche giocare da soli.

L’importanza di giocare da soli

Il gioco solitario è un momento fondamentale che consente al piccolo di sviluppare la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante. Guardarsi intorno e improvvisare un gioco è un esercizio importantissimo che gli consentirà poi di orientarsi nella società e interagire bene con gli altri. I bambini di oggi hanno sempre molti giocattoli, anche più di quelli di cui avrebbero effettivamente bisogno, e quindi la loro creatività è già fortemente agevolata. Grazie all’utilizzo di bambole, pupazzi, soldatini o supereroi il bambini può ricreare tutte le dinamiche reali, e tramite la finzione il bambino impara a gestirle ed affrontarle. A livello cognitivo i bambini imparano anche a pensare mentre sono impegnati a giocare da soli. Spesso durante il gioco, infatti, i bambini parlano, descrivendo ciò che fanno, ragionando ad alta voce e prestando la voce ai pupazzi.

 Giocare da soli non è sintomo di asocialità

Spesso si pensa che se il proprio bambino non sia portato a giocare con gli amichetti è perché si sta isolando. In realtà non è detto che se un bambino gioca da solo è perché ha difficoltà di relazione. Giocare da soli può essere anche espressione di un’attitudine soprattutto nei bambini oltre i tre anni. Ci sono bambini  che amano stare da soli anche tra gli adulti senza che ci sia necessariamente un problema. Bambini più riflessivi o timidi possono intrattenersi a lungo nel gioco solitario perchè prima di intervenire in un gioco con gli altri hanno bisogno di sentirsi sicuri. In questi casi non occorre forzare la socializzazione, ma bisogna prendersi del tempo per comprendere il significato di questo comportamento ed eventualmente rispettare il confine psicologico che il bambino ha stabilito tra sé e gli altri e che comunque potrà modificarsi con la crescita.

 Il gioco autonomo, un’esigenza pratica

I ritmi di vita di oggi rendono difficile per i genitori poter trascorrere con i propri figli il tempo che si vorrebbe dedicargli. Nella routine quotidiana, tra il lavoro, la casa e tutto il resto, anche il tempo passato insieme a casa viene necessariamente occupato da tante esigenze che non sempre vedono i figli al primo posto. Far giocare da soli i bambini, dunque, spesso è anche un’esigenza pratica che permette ai genitori di essere più liberi di fare altro, senza per questo dover ricorrere a cellulari e tablet, o peggio ancora sentirsi in colpa.

Come insegnare ai bambini a giocare da soli

I genitori possono incoraggiare il bambino a giocare da solo a partire dal terzo/quarto mese di vita. Si inizia a giocare con lui e si prova ad allontanarsi gradualmente. E’ importante che l’ambiente di gioco non presenti pericoli e che i giochini a disposizione siano idonei. Quando il bambino è completamente assorbito dal gioco, il genitore si può allontanarsi del tutto, senza mai perderlo di vista.  Il tempo che ogni bambino dedicherà al gioco in autonomia varia con l’età. Fino ad un anno di vita il piccolo può giocare da solo generalmente per circa dieci minuti. Crescendo la quantità aumenterà ed anche la capacità di scegliere da solo cosa fare.
Dopo i tre anni è bene lasciare a portata di mano dei piccoli quaderni, matite e colori. Da sempre il disegno permette al bambino di esprimere la sua fantasia ed emotività.

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