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Psicologia della maternità, scopriamo i risvolti psicologi della gravidanza con la dottoressa Camìsa Parenzàn

Psicologia e psicopatologia della gravidanza. Temi spesso poco dibattuti e spesso trascurati durante la maternità, ma che ‘Marmocchio‘ ha deciso di trattare con l’ausilio di un’esperta in materia. Con la dottoressa Francesca G. Camìsa Parenzàn, psicologa perinatale e psicoterapeuta, andremo infatti ad affrontare tutto quanto è collegato alla salute mentale perinatale. Temi che poi approfondiremo per entrare ancor più nello specifico in altro articolo dedicato al tema, arricchito proprio dalla considerazioni della psicologa, che riceve presso il suo studio di Arona (NO).

Psicologia e psicopatologia della maternità in gravidanza

“È consuetudine pensare alla maternità come a un’esperienza sempre serena e gioiosa” premette la dottoressa Camìsa Parenzàn, andando a toccare un aspetto senz’altro cruciale nella vita di ogni donna che abbia il dono della gravidanza. “Spesso – continua la psicologa – lo si fa senza prestare la dovuta attenzione alle emozioni ed alle difficolta che la donna può incontrare durante questo delicato percorso. Il concepimento, la gravidanza, il puerperio e il primo anno di vita del bambino sono fasi cruciali per una donna perché la coinvolgono a livello di trasformazioni radicali biologiche, fisiche, psicologiche e sociali, predisponendola a notevole vulnerabilità”.

“I cosiddetti ‘miti della maternità’ – evidenzia la psicologa piemontese – talvolta rischiano di diventare ingombranti per la donna in attesa o che desidera un figlio. Tutti elementi che la spingono così a coltivare dubbi e timori ulteriori. “Le donne sono sempre felici in gravidanza”: questa affermazione non tiene conto delle naturali ansie ed inquietudini vissute dalla donna in attesa rispetto alla propria salute, a quella del nascituro, alla paura del parto. Inoltre, il futuro ruolo genitoriale costringe la donna a ripensare all’infanzia vissuta, con il rischio di riattualizzare vecchi conflitti e mancanze mai risolte. La gravidanza è anche momento critico, dove interrogativi rispetto alla personale capacità di prendersi cura del figlio in attesa diventano ansie o persino angosce.

Psicologia della maternità e della gravidanza, i cambiamenti di ruolo

Stress in gravidanza, un sintomo comune durante i 9 mesi
Stress in gravidanza, un sintomo comune durante i 9 mesi

“I cambiamenti di ruolo, sociali e psicologici che hanno luogo in seguito all’avere un figlio riportano ad un altro mito, “madri si nasce”. La visione della maternità come dato di fatto rimane uno scoglio da superare. Diventare madre rappresenta un percorso articolato, composito e talvolta lungo, che mira a costruire una nuova parte di sé (quella materna)”.

Aspetti che la  dottoressa Camìsa Parenzàn analizza col conforto di alcuni dati, da lei stessa riportati. “Sappiamo che la media dei nati nel 2012 risultava essere di 1.4 (negli USA 1.90), c’è stato anche un progressivo aumento delle mamme over 40, che danno alla luce il loro primo figlio nel 21% dei casi. Il record negativo di nascite in Italia, considerato come minimo storico, è stato toccato nel 2015 con un numero di nati pari a 485.780 bambini. Ogni donna – continua la psicologa – giunge alla sua gravidanza con uno zainetto che contiene le relazioni col mondo esterno ossia i genitori, le relazioni amicali e sentimentali, salute, lavoro e sessualità.  La gravidanza viene così vissuta come un periodo di profonda rielaborazione del passato e di sguardo rivolto ad un futuro da progettare ex novo. Il ‘travaglio’ sarà fisico ma anche psicologico, dove mondo interno e mondo esterno della donna saranno soggetti a grandi cambiamenti”.

La maternità e i cambiamenti nella coppia

“I cambiamenti legati alla maternità – evidenzia la psicologa – andranno anche a coinvolgere la vita di coppia in primis, dove i tempi e gli spazi fisici necessiteranno di una nuova riorganizzazione. Anche a livello psicologico il nuovo nato dev’essere accolto, in modo tale che la coppia possa diventare famiglia equilibrata, senza esclusioni o coalizioni. Cosi come la donna fungerà da contenitore entro il quale si svilupperà il suo bambino, in una relazione contenitore-utero (W. Bion), il senso di pienezza le regalerà benessere. Tutto questo mentre il parto causerà un vuoto necessario che la neo madre vivrà con frustrazione e senso di perdita. Dal pieno al vuoto, secondo un percorso che porterà alla nascita del nuovo, attraverso il passaggio dal negativo per conquistare il positivo (Maiello Hunzingher)”.

I miti – spesso dannosi – della maternità

Si è spesso parlato dei miti intorno alla maternità, dannosi nel momento in cui danno forma ad aspettative irrealistiche. Alcune delle future madri possono manifestare difficoltà ad affrontare la situazione, che causeranno loro fantasie irreali e successivamente, sentimenti di fallimento. Il momento del parto scatena la paura dovuta ad un distacco faticoso, sia psichico che fisico. La paura andrà a coinvolgere non solo una sensazione di perdita ma anche il timore di rimanere danneggiate nel corpo e la paura per la salute del bambino. La spinta tuttavia del desiderio di vedere il proprio figlio nato, sarà più potente e andrà a riequilibrare tali vissuti d’angoscia. Il parto costituirà un momento di rottura (a livello simbolico) della relazione fusionale mamma-bambino tipico di tutta la gestazione, dopodiché la mamma inizierà a vivere il bimbo come soggetto autonomo, fisicamente e psicologicamente.

Psicologia in gravidanza, i fattori critici

Tra i fattori critici  più importanti legati alla maternità vanno citati il cambiamento di ruolo, anche nelle relazioni sociali, cambiamenti a livello di identità, della relazione di coppia ed il confronto con la propria figura materna.
Altre criticità sono costituite dalla transizione al ruolo materno,  la perdita della relazione fusionale col bambino, il passare in secondo piano rispetto alle attenzioni che riceverà il bimbo, la mancata corrispondenza tra bambino immaginario e reale, ed infine una relazione di dipendenza col neonato.

Il ruolo del padre dopo il concepimento

Anche per il futuro padre, una volta che il concepimento è divenuto reale, entra a far parte di quel processo di elaborazione mentale del bambino che innescherà un processo interiore di confronto, dell’uomo, con le sue figure genitoriali e con i ricordi della sua infanzia. Nella transizione al ruolo di padre, l’uomo si troverà a rivivere il rapporto coi genitori in qualità di figlio, col riemergere di fantasie infantile e ricordi lontani. Il bambino immaginario poggia anche sul fatto che, in assenza di elementi tangibili della sua presenza, i genitori possano costruirvi una serie di “fantasie”. L’immagine della prima ecografia inaugurerà una nuova fase, quella della rappresentazione di un bambino-feto, definito dalla embriogenesi in maniera precisa ed affidabile.

Ansia e depressione in gravidanza

Prossimamente, sempre con l’ausilio del parere esperto della dottoressa Francesca G. Camìsa Parenzàn, tratteremo più approfonditamente i temi dell’ansia e della depressione in gravidanza, con tutti i rischi che comportano. Si parlerà del Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), che esordisce in gravidanza e se non viene trattato può persistere e ripresentarsi durante eventuali successive gravidanze.

Per maggiori info


Dott.ssa Francesca G. Camìsa Parenzàn

francescag.camisa@teletu.it
www.dottoressacamisaparenzan.it
La dottoressa riceve presso il suo Studio di Arona (NO) previo appuntamento per mail.

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