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L’adolescenza vista con gli occhi della psicologa. Una fase di ‘nutrimento’, per figli e genitori

Cos’è l’adolescenza?  Una domanda impegnativa, che la redazione di Marmocchio ha posto a chi del tema ne sa senza dubbio di più. Un tema che approfondiamo con la dottoressa Rosj Guido, che riceve a Roma e ad Albano Laziale. La psicoterapeuta ha già affrontato per noi il tema dei divorzi e la bigenitorialità, prima ancora di quello sui consigli per i figli di genitori separati.

Proprio partendo al quesito iniziale – Cos’é l’adolescenza? – che parte la riflessione della psicologa. “Porsi una domanda del genere da genitore di figli adolescenti – premette – è altra cosa rispetto al vivere indirettamente l’adolescenza di un nipote o del figlio di un’amica. Cosa ancora diversa – continua la dottoressa Guido – è pensare alla propria adolescenza, a quello che fu e al modo in cui è stata affrontata”.

Adolescenza, l’età del cambiamento

L’adolescenza vista con gli occhi di una psicologa ha diverse sfaccettature. “Se mi soffermo a pensare alla mia di adolescenza – premette la dottoressa Guido – mi vengono in mente tante cose e non posso non includere in questo pensiero anche i miei genitori. A partire da come hanno gestito la mia adolescenza! Io non potevo capire allora, ero troppo centrata su quanto inesorabilmente cambiava dentro me. Così oggi, da genitore, non posso aspettarmi che le mie figlie comprendano cosa accade in me, in quanto genitore, perché anche loro sono troppo “centrate” sul loro cambiamento. Ebbene, l’adolescente è proprio questo.

“E’ chi attraversa una fase della crescita che prelude all’età adulta”. Ma ciò che più colpisce è che una fase così delicata come questa, che spaventa tutti i genitori, anche chi, come me, si occupa di emotività, è che il significato profondo di questa fase identifichi un momento topico ed essenziale in cui i nostri figli si stanno nutrendo. Dal latino “adolescens”, participio presente di “adolescere”, composto da “ad” rafforzativo e “alere” nutrire. Che si sta nutrendo, quindi.

Adolescenza, quei cambiamenti che preoccupano i genitori

“Bello – continua la psicologa – immaginare che intrinsecamente una tempesta nasconda il senso più profondo della vita. Ci si nutre di quanto si vive, delle esperienze che si fanno, per poi diventare degli adulti. Anche se purtroppo, talvolta, quelle esperienze spaventano gli adulti genitori che assistono disarmati dinanzi al cambiamento del proprio figlio. Ma perché questa fase della crescita spaventa così tanto i genitori? Alla base emerge la difficoltà a riconoscere come normato il cambiamento che si srotola sotto i nostri occhi. Quel figlio, proprio quello che sino a ieri desiderava passare del tempo con noi, che aspirava a diventare come te, all’improvviso ti critica e mette in atto una serie di comportamenti che si allontanano da quello stile educativo che pensavi avergli trasmesso. All’improvviso si diventa i nemici principali, gli unici con i quali è difficile parlare. La frustrazione che tutto ciò scatena crea delle reazioni di tensione e rabbia che certo non agevolano la vicinanza”.

L’adolescenza e quel conflitto genitori-figli

Nell’adolescenza capita di frequente che il figlio non si sente compreso e avverte di essere osteggiato. Il genitore, dal suo canto, non si sente più amato e avverte una forte angoscia. “Questo – evidenzia la psicoterapeuta – si traduce in un eccesso di controllo o nella paura che qualcosa di irreparabile possa accadere al proprio “oggetto d’amore”. All’improvviso tutto diventa difficile. Per gestire questa disarmante situazione non si deve dimenticare che tutto quello che si è seminato coi figli non è perso. Il modo in cui verrà affrontata e gestita l’adolescenza seguirà un sentire interiore le cui caratteristiche sono state passate da ciascun genitore al proprio figlio. La famiglia, la scuola, le amicizie sono tutte variabili significative che favoriranno l’autodeterminazione di ciascun ragazzo. Non bisogna dimenticare l’importanza del fornire messaggi univoci che permettano ai ragazzi di comprendere la stretta relazione tra azione e conseguenze legate ad essa.  In questa fase sarà allora necessario non perdere credibilità agli occhi dei propri figli. Un genitore coerente promuove coerenza. Un genitore felice dimostra al proprio figlio che si può essere felici. Allentare la paura permette di dare maggiore fiducia e quando un figlio si sente degno di quella fiducia cercherà di non tradirla”.

Quando insieme all’adolescente cresce anche il genitore

Cosa fare in questi casi? A dircelo è proprio lui, la psicoterapeuta che riceve a Roma ed Albano Laziale. “Assecondare e condividere le scelte o nuovi stili, anche se proprio non piacciono. Farlo senza svilire il proprio figlio ed evitando di criticarlo solo perché non corrisponde a quell’ideale che ci si era creati su di lui. Questo permette loro di fortificarsi e magari di provare, a tempo debito, a mettersi in discussione. Ciò che danneggia, al contrario, è la distanza, il non esserci, il lasciar correre e la mancanza di condivisione”. Un “lavoro” non facile, per tutti quei genitori che vogliono essere presenti e lasciare, bene, il segno. In conclusione la dottoressa Rosij Guido non manca di rivolgersi direttamente ai genitori: “C’é tanto da fare e tanto su cui riflettere. Un grande in bocca al lupo a tutti quei genitori che affrontano insieme ai propri figli questa fase di nutrimento. Genitori che lo fanno nutrendosi insieme a loro e, perché no, cambiando insieme a loro”.

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