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L’umore depresso della mamma influisce sui disturbi del sonno del bambino

L’influenza reciproca e biunivoca nella relazione prenatale tra la futura madre ed il nascituro è stata sempre ampiamente discussa e dimostrata. Uno stato d’animo poco sereno, tendente al depresso della madre può incidere sul benessere emotivo del bambino e in particolare sui disturbi del sonno.

Lo studio: correlazione tra la depressione materna e il disturbo del sonno del bambino

Uno studio recente dell’università della Pennsylvania evidenzia come le emozioni sperimentate in gravidanza vadano ad influire sul futuro comportamento e sulla qualità del sonno del bambino durante la crescita. Allo stesso modo la ricerca ha rilevato come la gioia sperimentata nel secondo e terzo trimestre di gestazione risulti essere invece un fattore protettivo.

Lo studio ha coinvolto 833 bambini della scuola materna di età media di anni 6. Sono state utilizzate due scale di valutazione per la gioia e la depressione percepite in seno alla gravidanza, dalle madri. Un sotto dominio della lista di controllo è stato poi adottato per valutare sia il disturbo del sonno che il comportamento del bambino (CBCL), ed eventuali problemi comportamentali utilizzando il punteggio totale della medesima lista. Le associazioni corrette verificate indicano che i figli di madri che esprimevano emozioni più vicine allo spettro depressivo avevano maggior probabilità di presentare disturbi del sonno.

Una mamma depressa cade più facilmente in stati d’ansia e di preoccupazioni ingiustificate. In preda ad uno stato emotivo ansioso le madri tendono a controllare ripetutamente il piccolo che dorme con il concreto rischio di svegliarlo e disturbarlo.

Una mamma e il suo bambino

Lo studio italiano

Un altro studio, condotto in Italia da Annamaria Moschetti (Medico Pediatra) e Maria Luisa Tontarelli (Medico Pediatra), analizza la correlazione tra sonno e relazione di attaccamento in infanzia. Emerge come mamma e bambino condividano un sonno più superficiale, giustificato dalla differente tolleranza individuale materna ai risvegli fisiologici del figlio e dalle difficoltà sperimentate da madri che hanno sofferto o che soffrono di disturbo del sonno.

La qualità dell’accudimento materno può esprimersi in maniera disadattiva ed influenzare la qualità del sonno nel bambino. Ansia e depressione sono fattori di rischio nei disturbo del sonno del bambino, così come l’aver sofferto in attesa o/e nel post partum di disturbo del sonno.

In merito alla relazione tra attaccamento e disturbi del sonno va in primis specificato che cosa s’intende per “comportamento d’attaccamento“. Esso riguarda il legame del bambino con la madre. Il modo in cui la mamma risponde ai bisogni del bambino in modo soddisfacente o meno è determinante per un attaccamento sano ed equilibrato. Uno stile di attaccamento insicuro materno (Benoit) testimonia come il 100% di tali madri abbia figli con disturbi del sonno.

Una conferma indiretta giunge dalla somministrazione del test AAI (Adult Attachment Interview) alla madre sin dalla gravidanza, rispetto alla trasmissione transgenerazionale di uno stile di attaccamento insicuro e non solo, che il bambino esprime a 12-18 mesi, grazie al test della Strange Situation.

L’influenza dei disturbi affettivi della madre rispetto all’insorgenza di disturbo del sonno nel bambino e di uno stile di attaccamento insicuro viene valutato ulteriormente da una meta-analisi di Van Ijzendoorn e Bakermans-Kronenburg. Si basa su uno studio dell’AAI che dimostra l’incidenza di malattie psichiatriche, disturbi dell’umore e del sonno in figli di mamme che si caratterizzano con un attaccamento insicuro.

Emerge così con ancor più veemenza l’importanza di prestare maggior attenzione alla salute emotiva materna sin dalla fase prenatale, così come di un adeguato sostegno familiare e da parte della comunità nei confronti delle mamme in attesa.

Dott.ssa Francesca G. Camìsa Parenzàn

Bibliografia

Anna Maria Moschetti, Pediatra di famiglia, Palagiano (TA), Maria Luisa Tontarelli, Pediatra, Grumo Appula (BA), SONNO E RELAZIONE D’ATTACCAMENTO. Una lettura possibile dei disturbi del sonno nell’infanzia.

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