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Congedo di maternità: cosa cambia con la legge di bilancio 2019

L’emendamento inerente il congedo di maternità all’interno della Legge di Bilancio del 2019, approvato a dicembre scorso, permetterà alle future mamme di poter godere di tutti i  cinque mesi di maternità dopo la nascita del bambino. Quindi alle due opzioni già previste in base all’articolo 16 e 20 del TU n°151 del 2001,a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000 n.53 oggi una donna può optare per una terza scelta. Questa novità ha posto tra i professionisti e le stesse donne interrogativi nel merito. Questa norma rappresenta una vera “conquista” per la donna lavoratrice?  Insieme alla dott.ssa Ostetrica Federica Persiani (A.p.s. RORA – Rete Ostetrica di Risonanza Armonica) abbiamo cercato di analizzare il tema.

Congedo di maternità: 5 mesi e 3 opzioni

Fino allo scorso anno una donna aveva diritto al congedo di maternità, scegliendo tra le due opzioni:

  • 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo il parto
  • 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo il parto

Da quest’anno con la nuova legge le donne possono scegliere di lavorare anche durante il nono mese di gravidanza per poter usufruire di tutti i 5 mesi di congedo di maternità dopo la nascita del piccolo. Sarà necessaria una certificazione medica che attesti che la donna e il nascituro godano di buona salute e non incorrano in alcun rischio. Questa terza opzione di congedo di maternità permette alle donne di godere di “un mese in più” a casa con il proprio bambino. Il ritorno a casa, con tutte le novità che comporta la nascita di un figlio, rappresenta un momento  assai delicato. L’assetto familiare cambia, ci si deve rapportare con il nuovo piccolo individuo, ci si deve conoscere. Il tempo quindi è fondamentale per poter trovare il giusto equilibrio e armonizzarsi nella nuova dimensione di famiglia.

<<D’altra parte non bisogna però dimenticare che anche le ultime settimane di gestazione, l’ultimo trimestre , rappresentano una fase molto importante. La donna sa che si sta avvicinando – spiega la dottoressa Persiani -il momento in cui potrà finalmente incontrare il suo bambino. Si prepara fisicamente ed emozionalmente  ad accogliere e vivere l’intensa esperienza del parto e a rafforzare  quel legame che già è iniziato durante la gravidanza. Interferire con tale preparazione, continuando a lavorare e magari mantenendo ritmi “frenetici” può far perdere alla donna in alcuni casi, la giusta serenità che questo periodo richiede>>.

E’ la donna a poter e dover decidere come utilizzare al meglio il proprio congedo di maternità, partendo sempre dall’assunto che la gravidanza non rappresenta una condizione patologica da cui la donna debba proteggersi. Se la gravidanza segue naturalmente la sua fisiologia senza complicazioni questa rappresenta per la gestante una significativa fase di transizione dell’universo femminile.

Il consiglio del professionista sul quando prendere il congedo di maternità

Donna che si gode le emozioni della gravidanza

Ogni gravidanza è unica, ogni donna ha una sua storia personale ed è  importante che vi sia un’accurata valutazione anche  del tipo di lavoro svolto dalla donna. Oltre alle visite di controllo i professionisti sanitari ( ginecologi e ostetriche) dovrebbero svolgere assistenza e sostegno alla donna che deve valutare quando cominciare il suo congedo di maternità. Le giuste informazioni e l’ascolto della donna, saranno il necessario supporto. La futura mamma si sentirà sicura e consapevole nel prendere la decisione più giusta per se stessa, per il suo piccolo e la sua maternità.

Ben venga quindi la nuova norma se la donna “liberamente” sceglierà di lavorare fino al termine della gravidanza. Purtroppo ancora oggi le donne nel mondo lavorativo e professionale vivono una situazione di svantaggio rispetto ai colleghi uomini. L’auspicio è che la possibilità data ora  di prolungare il periodo di lavoro non si tramuti mai in un ” ricatto professionale” da parte del datore di lavoro.

Donne, madri e lavoratrici

Oggi essere una donna che lavora e essere mamma sembrano ancora due aspetti della vita che mal si conciliano tra loro. Sono ancora molte le donne che una volta diventate madri sono costrette a lasciare il loro lavoro, per un’impossibilità concreta di potersi prendere cura nel giusto modo della famiglia. Non basta una terza opzione di congedo di maternità per dar modo alla donna di godersi il suo piccolo e i primi mesi della sua vita.  Sarebbe necessario  mettere mano alla materia e predisporre per esempio soluzioni ad hoc per le donne mamme e lavoratrici:

  • dare opportunità alle donne che rientrano dalla maternità di poter scegliere tra un full time e un part – time fino ad una certa età del bambino
  • rendere più accessibili asili nidi e servizi per l’infanzia
  • strutturare asili nidi aziendali

Le donne oggi sono  dinnanzi ad un bivio: rinunciare al lavoro o fare entrambe le cose trafelandosi e sentendosi perennemente in colpa. Il vero traguardo si avrà quando una donna sarà pienamente libera di poter scegliere tra lavoro e famiglia senza condizionamenti alcuni.

 

 

 

 

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