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“Saranno due gemelli !”…una mamma si racconta

Scoprire di essere incinte è una notizia entusiasmante e magnifica, un turbinio di emozioni. Lo è doppiamente in tutti i sensi se la notizia viene comunicata pressa poco così signora, saranno due gemelli . Oggi vi vogliamo presentare Gaia Borzicchi, fotografa e blogger (Alice’s Adventur in Wonderland ), ma da poco più di un anno anche  mamma di due incantevoli gemellini.  Lasciamo la parola a Gaia per ascoltare la sua esperienza di mamma di due gemelli.

La mia storia

Mi chiamo Gaia, ho 44 anni e sono mamma di due gemelli, Michelangelo e Gherardo che oggi hanno un anno da poco compiuto. Sono nati il 12 gennaio 2018 alle 12.32 a distanza di qualche secondo…Queste due righe le ho iniziate a scrivere proprio due mesi fa. Il tempo per me, da un anno a questa parte, è risicato, ora stanno dormendo e colgo l’occasione per raccontarvi qualcosa della mia avventura da neo mamma. E’ trascorso un anno da quando sono nati i gemelli. In questi mesi ho pensato molto alla mia gravidanza ed ai primi giorni con loro.

Gaia Borzicchi

Ho scoperto di essere incinta a maggio 2017. Ho provato una felicità sconosciuta. Non mi sembrava vero. Ho sempre voluto diventare mamma. Lo sarei voluta essere molti anni fa, ma la vita non sempre ci regala quello che vogliamo, anche se lo desideriamo con tutta l’anima. All’inizio, siamo rimasti molto distaccati. Abbiamo fatto finta di non pensarci troppo. I giorni passavano in attesa della visita dalla ginecologa, che poi ci ha confermato che saremmo diventati genitori, ma non solo…Genitori di due gemelli. Gemelli!!! Avremmo avuto due gemelli. Non mi sono spaventata nemmeno per un secondo, desideravo un figlio, ne avrei avuti due!!! Volevo una famiglia numerosa, una casa piena di risate. Bambini che correvano per casa. Non sono più una ragazzina e il destino mi ha fatto il regalo più bello. La prima reazione è stata quella di stupore mischiato a tantissima felicità. Ho abbracciato la ginecologa ed ho pianto. Simone, il mio compagno, non ha fatto una piega. Non ricordo nemmeno un attimo in cui abbia dimostrato preoccupazione. Ricordo solo che era felicissimo. Come me.

La gravidanza

Iniziava il momento più difficile, superare indenne i primi mesi. Arrivare alla tredicesima settimana, momento in cui ti dicono che tutto, da li in avanti, dovrebbe andare bene. Li volevo a tutti i costi. Li amavo già. Come tutte le coppie abbiamo fantasticato da subito sui nomi, non sapendo ancora sarebbero stati due maschi. Mi venivano in mente solo nomi da bambina, Alice, Olivia…niente da bambino. Il secondo grande problema era mascherare l’accenno di pancia e trattenersi dalla voglia di urlarlo a tutti! L’ho detto a poche amiche e a mia mamma. Mi son messa calma, ho rallentato con lo sport perché la gravidanza gemellare è un po’ più rischiosa, non ho cominciato a mangiare “per tre” ed ho continuato a lavorare. Sono fotografa ed ero incinta nel bel pieno della stagione dei matrimoni!

La gravidanza è andata bene fino all’ultimo mese. Ho amato quel periodo, mi piaceva essere incinta! Ho fatto tutti in controllo necessari e anche di più. Ho fatto  l’amniocentesi che ci ha detto che sarebbero stati due maschi. Per un secondo ho provato una “delusione”, volevo una bambina!! Sognavo una bambina e un bambino. Invece sarei stata mamma di due maschi. Addio ai vestitini, niente fiocchi, niente trecce…Due maschi! Ma erano sani, andava tutto bene.

Dicembre è stato il momento più brutto, ero molto grossa. Ho preso “solo”18 kg ma ero piena di liquido amniotico. Avevo una pancia gigantesca, pensavo di scoppiare da un momento all’altro. Facevo fatica a dormire e respirare. Avevo dolori intercostali molto forti e sono stata ricoverata per due volte a causa di questi dolori. Per la prima volta in vita mia non ho fatto Natale con la mia famiglia. Non potevo viaggiare, mancava poco alla scadenza del parto. Era un rischio troppo grosso.

Il giorno della nascita

Michelangelo e Gherardo

Finalmente l’11 gennaio sono stata ricoverata ed il 12 gennaio alle 12.32, con parto cesareo, è nato Michelangelo, di 2,920 Kg e poco dopo, alle 12.33 Gherardo di 2,100Kg. Michelangelo me lo hanno fatto vedere subito, Gherardo invece lo hanno portato via per dei controlli. Ho avuto paura. Non sapevo cosa stesse succedendo. Lo hanno ricoverato in Terapia Intensiva. Ero ricoverata al Gaslini, un’eccellenza. Dovevo stare tranquilla. Me lo dicevano tutti. Sarebbe andato tutto bene. Ma io avevo paura. Nel frattempo mi avevano riportato in camera insieme a Michelangelo, l’esserino più tenero e bello che io avessi mai visto. Scuro di capelli e abbronzato. Gherardo invece aveva problemi respiratori. Solo due giorni dopo, sono riuscita a vederlo in terapia intensiva. Era tutto intubato ed era piccolissimo. Non respirava da solo. I primi giorni sono stati tremendi. Abbiamo davvero avuto paura che non ce l’avrebbe fatta. Simone è stato bravissimo. Si alternava tra Michelangelo e Gherardo. Stava con lui in terapia intensiva e andava a parlare con i medici.

 

 

Eravamo famiglia

Noi 4

Sono stati ricoverati due settimane, ma finalmente il 25 gennaio siamo tornati tutti a casa. Eravamo famiglia. Noi 4.

All’inizio ho avuto un grandissimo aiuto da parte di mia mamma che è stata con noi per un po’. Ad oggi, è l’ unico aiuto vero  e valido che abbiamo. Viene molto spesso a Genova, adora i nipotini e i bimbi adorano lei. Ci aiuta moltissimo.

Crescere due gemelli è…non so trovare la parola, difficile…impegnativo…E’ un 7 su 7, 24 ore su 24. I primi due mesi, sono stati quelli più critici. La notte dormivano pochissimo e si svegliavano in continuazione. Magari piangevano anche per molto tempo. Gherardo è stato soprannominato ” l’inconsolabile Gherardo”. Li ho allattati per 4 mesi, ma non avevo molto latte quindi oltre al  mio, davo l’aggiunta artificiale. Mangiavano ogni 3 ore e non in contemporanea. Quando loro dormivano, cercavo di recuperare dormendo. L’inizio ci ha messi in crisi. Tutto nuovo, tutto così forte. Simone usciva la mattina per andare a lavorare ed io rimanevo da sola fino a sera. C’erano giornate positive ed altre che erano un incubo totale. Io non ero pronta. Non sapevo cosa fare. C’erano  loro che occupavano tutti i miei pensieri, ma anche la casa, la cena da preparare e c’ero IO. Dovevo fare combaciare tutte le cose. Mi ci è voluto un anno e tantissimo aiuto sia pratico che emotivo.

Non esiste una formula

Non sono ancora in forma, ma sto rientrando nei miei vestiti, ho ricominciato a lavorare da subito, la casa è in ordine ma se un giorno non lo è non è la morte di nessuno, la cena è sempre in tavola, magari solo un’insalata ma ci provo.

Crescerli bene è difficile. Mi piace che siano sempre puliti e profumati. Che mangino bene e che stiano bene. Ho capito solo provandolo, che il lavoro di mamma, di babbo è difficile e richiede tantissimo impegno, anche quando si è stanchi. Non ho trovato una formula perfetta per fare funzionare la nuova famiglia. Non credo esista. Basta solo non farsi sopraffare dagli eventi. Basta chiedere aiuto quando se ne ha bisogno, basta imparare a delegare e lasciare andare.

 

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