Marmocchio.it
Home » bambino » Come gestire i capricci dei bambini

Come gestire i capricci dei bambini

Una delle prove più estenuanti per i genitori è saper contenere e gestire pianti inconsolati dei bambini, urla isteriche, scenate in pubblico. Partendo dall’assunto che il capriccio è una modalità con il quale il bambino comunica, interagisce e misura la risposta dell’adulto è importante capire come gestire i capricci dei bambini. 

Come gestire i capricci

Non è inusuale che il pianto e i comportamenti dispettosi diventino per il bambino un modo per ottenere quel che desidera. Dopo una giornata di lavoro fuori casa, il genitore stanco si trova sfiancato e sfinito dal bambino e dai suoi pianti e finisce per cedere. Il piccolo capisce che quel comportamento è congeniale per ottenere quel che desidera e lo metterà in atto tutte le volte che non avrà quel che vuole. Proprio per questa ragione è importante che i genitori mantengano fermezza e non soddisfino il capriccio. 

Indubbiamente essere genitori esercita alla pazienza e allena a diventare abili osservatori. Imparare a conoscere il nostro bambino permette di evitare che un atteggiamento che comunica disagio o malessere sfoci in una reazione capricciosa incontrollata. L’osservazione e l’ascolto sono validi alleati per comprendere la natura del capriccio e dargli il giusto peso. I capricci non sono tutti uguali e per questo necessitano d’interventi distinti. Il capriccio dettato dalla paura ( per esempio di andare all’asilo, di separarsi da mamma o papà), o dalla stanchezza, o dalla fame richiedono comprensione e ascolto, perché quel comportamento definito “capriccioso” in realtà sottende emozioni  profonde, dei piccoli stress psicologici.

Se il capriccio è teatrale la scelta migliore è non dargli troppa attenzione.  Altra situazione è invece se il capriccio cresce d’intensità e il bambino si lascia sopraffare da una crisi isterica. In questo caso è necessario calmarlo con l’affetto e un avvolgente abbraccio, facendogli capire che noi siamo la per aiutarlo. Rispettiamo il nostro bambino riconoscendolo come un individuo con la propria personalità e le proprie emotività, che possono scaturire anche in sbalzi d’umore come capita a noi adulti.

E’ importante che i genitori siano coerenti circa le  azioni che intraprendono, fermi sulle regole stabilite ma pacati e calmi nel farle rispettare. Dinnanzi ad un capriccio si può chiedere gentilmente ma in modo deciso al bambino di ritirarsi nella sua cameretta fino a quando non si sarà calmato. Imparerà a gestire le sue emozioni e capirà che con maniere gentili ed educate si ottiene di più che con i capricci.

Cosa evitare dinnanzi ai capricci

Bambina che piange

Anche se è difficile non farsi travolgere dalla tensione e dallo stress che il capriccio fomenta è sconsigliato punire il bambino, perché sarebbe come gettare benzina sul fuoco. Lo stesso discorso per le parole: evitiamo lunghi discorsi di rimprovero ed evitiamo di  sovrastare il bambino con innumerevoli regole che lo confondono  e innervosiscono.  Il bambino ha bisogno di poche ma chiare regole. Sicuramente non cediamo alla tentazione di sopire un capriccio con la promessa di un regalo.

Evitate di alzare la voce. Perdere la calma e urlare, se nell’immediato sembra sortire l’effetto sperato, il più delle volte alimenta ancor più la tensione. Teniamo sempre a mente che noi per i nostri bambini siamo i loro modelli, e assai più di mille parole vale l’esempio. Se la nostra modalità di educazione sarà quello di urlare le regole, è probabile che avremo una risposta analoga dal nostro bambino.

Sono davvero capricci?

Talvolta il “capriccio” nasconde una richiesta di stimoli, di condivisione di momenti e di gioco, di attenzioni; il cervello del bambino che cresce e si sviluppa ha vitale necessità di stimoli. E’ bene saper tradurre questi bisogni del bambino per poi trovare le giuste alternative che sappiano colmare questi bisogni. Trovare  l’intrattenimento adatto e dedicargli del tempo esclusivo può essere la strada giusta da percorrere.

Dobbiamo porci in relazione con i nostri figli in maniera empatica, dobbiamo imparare ad immedesimarci in loro. Troppo spesso pretendiamo che i bambini si adeguino a ritmi di vita non adatti alla loro età. Li sovra carichiamo d’impegni, attività, orari  creando in loro disagio che poi scaturisce in quello che banalmente definiamo “capriccio”.

Impariamo ad ascoltare i bambini anche con il cuore. I loro  “no” fanno parte della crescita, attraverso i no definiscono la loro personalità, crescono come individui. In questo mondo dove tutto sembra andare di fretta  i genitori devono rallentare, abbassare la voce, ascoltare,  ridere, giocare con i loro bambini, viversi  gioiosamente.

Articoli correlati:

Condividi l'articolo con i tuoi amici... ;)

Continua a leggere su marmocchio 

Categorie