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Bimbo mio ora ti racconto cos’è la morte

Tra le diverse, una delle grosse difficoltà che si trovano ad affrontare i  genitori è come spiegare la morte ai propri figli. I timori sono molti, i dubbi sul non saper affrontare l’argomento nel modo giusto sono innumerevoli. L’argomento spesso mette a disagio, sembra difficile trovare le parole giuste, si oscilla tra frasi fatte e di circostanza, tra la minimizzazione dell’evento fino all’evitamento più totale. I bambini vanno educati al concetto di “finito” , al ciclo della vita e morte che caratterizza e accomuna qualsiasi essere vivente, nessuno escluso. Prendiamoci del tempo e invitiamo il nostro bambino ad ascoltarci: “bimbo mio, ora ti racconto cos’è la morte“.

Qual’è l’età giusta per raccontare cos’è la morte

Bambino in un momento di tristezza

La psicologia dell’età evolutiva ci spiega che intorno ai 3 anni inizia a strutturarsi il concetto di morte. Fino ai 5 anni però rimarrà un concetto temporaneo, quale potrebbe essere una separazione, che comunque genera ansia. Verso i 6 anni il concetto di morte diventa più realistico ma manca ancora nel bambino la capacità di riconoscere le proprie emozioni. Solo a partire dagli 11 anni circa la morte assumerà il significato di condizione definitiva, in quanto cessazione delle funzioni vitali.

La perdita di una persona cara coinvolge il bambino in una elaborazione e reintegrazione più complesse rispetto all’adulto. La risposta emotiva all’evento luttuoso viene influenzato da vari fattori quali l’età, lo stadio di maturazione cognitiva ed emotiva, la qualità e la forza del legame vissuto con la  persona deceduta. Anche le capacità comunicative, di contenimento e di elaborazione del lutto della famiglia influenzano l’approccio che il bambino avrà nei confronti di ciò che gli accade. Aver partecipato alla cura della persona malata, condividere il dolore e il suo ricordo poi, continuando a vivere la vita abituale di ogni giorno, diventano fattori ulteriori per un positivo confronto del bambino con la realtà della morte.

In quanto esseri pensanti i bambini non vanno mai esclusi o isolati, perché sensibili anche ai minimi cambiamenti dell’ambiente circostante. La fervida immaginazione insieme ai “non detti” percepiti dai familiari possono portarli a sviluppare il senso di colpa, soprattutto se di età inferiore ai  dieci anni. Allo stesso modo risulta dannoso per i bambini venire obbligati a “stare nel dolore”. Dalla prima infanzia sino alla pre-adolescenza ( 12-13 anni), i bambini non sono in grado di tollerare a lungo il dolore e hanno bisogno di distrarsi. Anche sgridarli e limitarli nel gioco li farà sentire inadeguati e di nuovo colpevoli.

Come comportarsi da genitori

Piangere di fronte ai propri bambini li farà sentire autorizzati e liberi di esprimere le loro emozioni  e di conseguenza accolti e capiti. Dimostrare pazienza con loro, rispondendo a tutte le loro domande consentirà al bambino di apprendere con i suoi tempi ciò che state loro raccontando. Una piccola regola da tenere sempre a mente: essere sinceri ma  non brutali. “E’ partito per un viaggio” o ” si è addormentato” attiva nel bambino un’aspettativa di ritorno, con conseguente sentimento di abbandono quando questo non avviene. Siate quindi chiari e comprensibili, utilizzate termini semplici e adeguati al livello di sviluppo dei bambini. E’ importante consentire loro di partecipare alla veglia o al funerale se lo desiderano, spiegando bene cosa accadrà nel corso della cerimonia a seconda del contesto culturale e religioso che si vive. Lasciateli infine liberi di vivere il dolore come sarà loro più congeniale: piangendo, arrabbiandosi o rimanendo in silenzio.

Nella società odierna si tende a rimuovere il concetto di morte, come se non facesse prettamente parte della vita e anche noi adulti abbiamo difficoltà ad affrontare l’argomento. Quando capita d’incontrare la perdita di un proprio caro o di un amico non si è mai davvero preparati. Come genitori parlare e condividere pensieri e riflessioni sulla morte con i nostri bambini sarà utile per tutti per elaborare e vivere il lutto.

Parlare e condividere emozioni

Si evince quanto sia importante parlare della morte ai bambini in generale anche quando non li riguarda da vicino. In aiuto vengono tanti libri e cartoni animati che trattano il tema con storie delicate e a misura di bambino. Attraverso questi supporti genitori e bambino avranno l’opportunità di confrontarsi insieme intorno al dolore e alla tristezza che la perdita di una persona a noi cara provoca. Pur essendo molto curiosi, i bambini hanno necessità di essere accompagnati nella ricerca delle loro risposte, evitando così che ricorrano ad ausili non corretti come quelli digitali, ove si corre il rischio di trovare risposte scorrette.

Abbiate fiducia nella loro capacità di recupero e nella capacità di affrontare le tragedie della loro vita, oltre al coraggio e creatività che posseggono.

 

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