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Ragadi al seno, come riconoscerle e curarle

L’allattamento al seno non è proprio una passeggiata per le mamme. L’insorgere di ragadi al seno, infatti, può causare un dolore intenso che rende difficile vivere questo magico momento in serenità con il proprio bambino.

Ragadi seno, come riconoscerle

Le ragadi sono dei piccoli tagli o abrasioni sul capezzolo, di varia entità, che possono anche arrivare a sanguinare. Di norma l’allattamento al seno non dovrebbe fare male, se il bambino si attacca correttamente. I primi giorni è normale avvertire tensioni e bruciori all’inizio della poppata. Ma se i fastidi perdurano nel tempo e durante tutta la poppata allora vuol dire che la suzione errata può aver causato l’insorgere delle ragadi al seno. Anche i capezzoli introflessi possono essere una causa della scorretta suzione.

Come evitare le ragadi al seno

L’aiuto di un’ostetrica può essere importante per iniziare bene l’allattamento ed evitare l’insorgere delle ragadi al seno. Posizionare bene il bambino e permettere una suzione corretta sono le basi per un allattamento sereno. L’insorgere delle ragadi e quindi di un fastidiosissimo dolore durante la suzione è una delle cause maggiori che scoraggia l’allattamento al seno da parte delle mamme.

Ragadi seno, rimedi naturali

Posizionare bene il bambino durante l’allattamento è prioritario. Ci sono poi degli accorgimenti che possono aiutare a prevenire la formazione delle ragadi. L’ostetrica Celeste Taucci consiglia di utilizzare le gocce di colostro e poi di latte che rimangono dopo la poppata e cospargerle sul capezzolo. Sono molto nutrienti e aiutano a idratare il seno prevenendo la formazione delle ferite, oppure a cicatrizzare se sono presenti piccole ferite.

Ragadi al seno, come curarle

Quando le ragadi sono ormai presenti si possono usare creme, come la lanolina o la calendula, che aiutano e rimarginare la ferita.
Tra una poppata e l’altra è possibile applicare sui capezzoli le coppette d’argento, perchè – come spiega l’ostetrica Taucci – l’argento aiuta a cicatrizzare.
In base alla gravità delle ferite e al dolore percepito durante la poppata, si può utilizzare anche il paracapezzolo, così da evitare il contatto, limitare il fastidio e far riposare il capezzolo.

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