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Come rassegnarsi a non avere figli

Desiderare un figlio che non arriva è uno delle situazioni più stressanti e difficili che ci possono essere nella vita di una coppia. Il desiderio irrealizzato di un figlio viene vissuto come un potenziale lutto ed ha bisogno di tempo per essere elaborato. Sia la donna che l’uomo dovranno imparare, quindi, come rassegnarsi a non avere figli e, se non si possono o vogliono percorrere strade alternative, continuare a programmare la propria vita in due.

Ci sono coppie che decidono di ricorrere alla fecondazione assistita, ma poi in seconda battuta se non riescono a realizzare il loro sogno si rivolgono all’adozione (anche se questo è un percorso di genitorialità ben diverso dall’avere dei figli biologici). Ci sono coppie invece che decidono di non fare nulla e lasciar fare alla natura sin da subito o che dopo tentativi di fecondazione non riusciti decidono di interrompere la loro ricerca e di rinunciare al progetto di avere un figlio. Coppie invece che scelgono l’adozione come scelta di prima linea e di non percorrere il percorso di fecondazione assistita. In tutti i casi però, rassegnarsi alla propria condizione di infertilità o sterilità è un passaggio obbligato da non sottovalutare.
Dopo aver accertato la possibilità di non avere figli, e nella fase decisionale sulla via da percorrere, il counseling psicologico – mette in guardia la psicologa Francesca Camisa -,può essere molto utile per contenere l’ansia e l’angoscia, sia a livello personale che di coppia.

Differenza tra infertilità e sterilità

Prima di tutto occorre avere ben chiara la differenza tra infertilità e sterilità all’interno di una coppia, spesso vengono confuse.
Si parla di infertilità quando i partner non sono in grado dare vita ad un concepimento dopo almeno un anno di rapporti sessuali non protetti.
Si parla di sterilità quando l’uomo o la donna, o anche entrambi, sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile avere dei bambini.

Non riuscire ad avere figli. Come ci si sente

Non riuscire ad avere figli e vedere che, mese dopo mese, non succeda nulla, è una condizione che può mettervi già dopo poco tempo in difficoltà. Soprattutto per le donne verificare che tutti i mesi arrivano le mestruazioni è spesso vissuto come una sconfitta che crea sconforto, abbattimento e rabbia. E più il tempo passa più la preoccupazione e i timori aumentano. Spesso ne risente anche la sessualità di coppia che diventa finalizzata alla riproduzione, perdendo con il procedere del tempo gli aspetti di momento ludico e  di intimità.

Alcuni nodi psicologici sono molto diffusi e problematici: 

  • Perdita di fiducia: si parla di fiducia primaria, infantile che fa confidare nell’esistenza di un ordine naturale universale a cui tutti apparteniamo. Un corpo che non risponde alle aspettative è un corpo in qualche modo escluso dall’ordine naturale, poiché generare è una capacità biologica condivisa da tutti gli esseri viventi. 
  • Il sesso, spogliato della sua potenziale funzione procreativa, può essere vissuto come meccanico e privo di senso. 
  • Senso di colpa: è inevitabile. Nel tentativo di dare un nome alla colpa, l’accusa ricade sulle precedenti scelte, sugli incontri sessuali del passato, sull’incuria verso il proprio corpo, sulla decisione di fare figli quando oramai è troppo tardi. 
  • Lo sconforto. Il trascorrere del tempo è percepito con un certo dolore. Il suo cammino verso la vecchiaia e la morte è, in assenza di figli, privo del conforto della posterità ossia della possibilità di lasciare qualcosa di sé nel mondo. 

Come rassegnarsi a non avere figli

Non potere avere figli causa il sentimento di un vuoto enorme nella propria vita. Accettare l’infertilità può creare una delle peggiori crisi esistenziali individuali o di coppia, ed è spesso all’origine di depressione e ansia, sentimenti di vergogna e fallimento per non aver potuto realizzare al 100% la propria identità sessuale.

Molti psicologi e counselor si sono occupati, negli ultimi anni, di fornire alcune indicazioni sul come accettare di non avere figli:

  1. Accetta la crisi. L’infertilità può essere una delle maggiori sfide della tua vita. Non fare finta di niente: riconoscere la difficoltà e accettare le emozioni (comprese le crisi di pianto e la rabbia) è la condizione indispensabile per elaborarle. 
  2. Impara a parlare del tuo problema. Non è necessario esporsi al rischio dell’incomprensione, dunque scegli consapevolmente con chi, quando, come e di cosa vuoi parlare. 
  3. Non sentirti in colpa. Resisti alla tentazione di prendertela con te stesso e di accusarti per tutte le scelte fatte finora. 
  4. Chiedi aiuto se ne senti il bisogno. Spesso la sofferenza causata dall’infertilità è sottovalutata da chi ti circonda e in generale dalla società. Questo aumenta il desiderio di solitudine e di isolamento. Invece, condividere la propria esperienza e le proprie emozioni, anche negative, può essere di grande aiuto. Rivolgiti a uno psicologo o tieniti in contatto con coppie o associazioni di pazienti. 
  5. Coltiva altri interessi e non trascurarti. È importante conservare il senso della propria integrità e identità. Prendi in considerazione la possibilità di adottare un bambino. Anche dedicarsi alle adozioni a distanza può essere di conforto. 
  6. Esistono delle tecniche di riduzione dello stress: lo yoga o la meditazione. Anche l’esercizio fisico può essere di aiuto nel contenere la tensione emotiva. 

Articolo redatto con
il prezioso contributo
della psicologa
Francesca Camisa

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