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Morbillo, migliaia di casi da inizio anno. Come si manifesta il morbillo?

Sono oltre 1700 i casi di morbillo segnalati in Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2018. L’84% dei quali concentrati in 5 regioni (Sicilia, Lazio, Calabria, Campania e Lombardia). Dopo il picco di aprile con 450 casi, a maggio si è registrata una flessione con 397 persone colpite. Questi i dati pubblicati nel bollettino “Morbillo&Rosolia news” di giugno, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità. Quattro le persone morte in questo inizio d’anno, tra cui un bambino di 10 mesi.
L’incidenza a livello nazionale è stata di 68 casi per milione di abitanti. L’età media dei casi è stata 25 anni, ma il 20% è stato segnalato in bambini con meno di 5 anni di età, di cui 107 bambini sotto l’anno. Il 91,9% circa di chi si è ammalato non era vaccinato, mentre un altro 5% aveva ricevuto solo una dose.

Cos’è il morbillo

Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus a RNA del genere Morbillivirus, che si localizza in vari organi e tessuti.  La recettività è universale e il morbillo è una delle malattie più contagiose che si conoscano.

Morbillo vaccino

Prima dell’introduzione dei vaccini antimorbillosi, quasi tutti i bambini si ammalavano di morbillo prima del 15° anno di vita. Il morbillo è una malattia endemo-epidemica e presenta picchi epidemici ogni 3-4 anni. Lascia un’immunità che dura per tutta la vita, ed anche l’immunità indotta dal vaccino è di durata molto lunga.

Il vaccino MPR (morbillo, parotite e rosolia), di cui fa parte la profilassi per il morbillo è in combinazione con parotite e rosolia. Seguendo il calendario vaccinale, il vaccino MPR, viene somministrato in due dosi: la prima dose tra i 12 e 15 mesi, la seconda dose tra i 5 ed i 6 anni.

In situazioni particolari, per una protezione più rapida, la seconda dose può essere somministrata dopo un intervallo minimo di 28 giorni dalla prima dose. Il vaccino può essere somministrato contemporaneamente a qualunque altro vaccino.

Come si trasmette il morbillo

Il morbillo è una malattia molto contagiosa: si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse, starnuti o parlando.  Il periodo di contagiosità va da poco prima del periodo prodromico a 4 giorni dopo la comparsa dell’esantema. Nelle persone con alterazioni del sistema immunitario il morbillo può assumere un decorso grave e prolungato. Un pò come accade pure con la varicella.

Morbillo sintomi

Il più tipico dei sintomi del morbillo è l’eruzione cutanea. Oggi molti medici faticano a riconoscere i sintomi del morbillo dovuto a meno casi rispetto a quelli di un tempo. Il morbillo non è tanto facile da riconoscere e distinguere rispetto ad altre malattie, come la rosolia o la scarlattina. Prima ancora dei caratteristici puntini rossi compare di solito un forte raffreddore, congiuntivite, febbre sempre più alta.

In caso di sintomi che facciano pensare al morbillo, occorre chiamare immediatamente il medico, il quale effettuerà una diagnosi sulla base dell’anamnesi e dell’esame clinico del paziente. La diagnosi può essere confermata dalla ricerca degli anticorpi specifici del virus nel sangue.

Morbillo incubazione

Il periodo di incubazione del morbillo che può variare da un minimo di 7 ad un massimo di 18 giorni, si ha la comparsa di febbre, raffreddore, tosse secca, congiuntivite, chiazze rossastre sulla mucosa della bocca e della faringe e macchioline bianche sulle gengive, all’altezza dei molari. Questo periodo dura 4-5 giorni, al termine del quale compare un’eruzione cutanea maculo-papulosa che dal collo e dal capo si estende a tutto il corpo.

L’inizio dell’esantema è accompagnato da un innalzamento della febbre che diminuisce poi piuttosto rapidamente. L’esantema persiste per 5-6 giorni e, così come è iniziato, scompare a cominciare dal collo. Per qualche giorno rimane una desquamazione della pelle, nella cosiddetta fase di convalescenza. Il decorso del morbillo può essere mite nei lattanti, se ancora in parte protetti da anticorpi di origine materna. E’ solitamente più grave nei bambini molto piccoli e negli adulti.

Morbillo conseguenze

Le conseguenze più frequenti del morbillo sono rappresentate dalle otiti dell’orecchio medio, dalle polmoniti e broncopolmoniti. Tuttavia vi rientrano anche le laringiti e laringotracheiti, come pure la diarrea. La complicanza più grave è l’encefalite/encefalomielite, un’infiammazione a carico del cervello e del midollo spinale, che si presenta in circa 1 caso su 1.000.

La mortalità dell’encefalite morbillosa è superiore al 10% e si stima che il 20-40% delle persone sopravvissute ad una encefalite morbillosa subiscano conseguenze permanenti a livello neurologico.

Una complicanza del morbillo, rarissima, ma dagli effetti devastanti, è la panencefalite sclerosante subacuta (PESS). Si tratta di una encefalite a lenta evoluzione, che può manifestarsi in un caso su 100.000 a distanza di molti anni dall’infezione con virus morbilloso, per lo più in persone che hanno avuto il morbillo nei primi due anni di vita.

Morbillo, terapia e precauzioni

Non esiste una terapia specifica per il morbillo. Per ogni bambino è consigliato riposo a letto in un ambiente confortevole, ben riscaldato e arieggiato. Favorevole per la guarigione anche una dieta leggera, ricca di zuccheri e liquidi, che costituiscono la base per il trattamento della malattia.

Possono essere impiegati rimedi ad azione sintomatica per la febbre e la tosse su consiglio del medico. La terapia antibiotica va adottata sempre su prescrizione medica, e dovrebbe essere attuata solo in caso di complicazioni di natura batterica, come ad esempio le polmoniti.

I bambini che si ammalano di morbillo entro l’anno di vita sono spesso figli di madri non vaccinate e che non hanno mai incontrato il virus, e che quindi non hanno potuto trasmettere al bambino i loro anticorpi. Vi è anche la possibilità che il morbillo venga contratto dalla madre non vaccinata in gravidanza e trasmesso al bambino. Va infine ricordato che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la copertura vaccinale a due anni di età dei bambini nati nel 2015 in Italia era del 91,68%, quindi ben al di sotto della soglia richiesta del 95%. Il vaccino resta, quindi, altamente consigliabile.

Morbillo in gravidanza

Qualora una donna contrae il morbillo in gravidanza nei primi mesi della gestazione, si va incontro ad un aumentato rischio di aborto spontaneo ma succede molto di rado che l’infezione raggiunga il feto.

Nel caso di morbillo in gravidanza nell’ultimo periodo, 2 o 3 settimane prima del parto, la futura mamma può trasmettere il morbillo al bambino nei primi giorni di vita.

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