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Bambini che non si difendono: come aiutarli

I figli non sono tutti uguali. Alcuni sono spigliati e sicuri di sé, altri sono invece timidi e riservati. C’è chi davanti a un dispetto risponde a tono, ma ci sono anche i bambini che non si difendono, quelli abituati a incassare con rassegnazione i torti e le aggressioni, fisiche e verbali.

I genitori si trovano così davanti a un bivio: come aiutare i figli più indifesi quando vengono attaccati? È meglio intervenire e insegnargli con l’esempio a controbattere? O conviene far finta di nulla e lasciargli spazio e tempo per imparare a tutelarsi?

Come rapportarsi a un figlio remissivo?

Prima di allarmarsi è importante capire che ogni bambino segue il suo percorso di crescita. Non è detto che un figlio remissivo sia destinato a subire per sempre, magari ha solo bisogno di più tempo per recuperare sugli altri. Detto ciò, la prima cosa da fare con un bimbo fragile è accettare e abbracciare la sua unicità. Il genitore deve proteggere e coltivare l’autostima del figlio. Bisogna evitare che il bambino pensi di meritare le aggressioni ricevute, isolandosi ancora di più.
Gli esperti consigliano di stabilire un rapporto empatico, incoraggiando il piccolo a confidare in famiglia le sue paure e i suoi sentimenti. Così facendo, anche bambini che non si difendono possono acquistare fiducia e affrontare con più sicurezza gli ostacoli del mondo esterno.

Come aiutare i bambini che non si difendono

Chiudiamo con alcuni consigli, una guida pratica per aiutare i genitori a sostenere i bambini che faticano a difendersi da soli.

  • Non intervenite: se la situazione lo consente è meglio evitare di difendere platealmente il proprio figlio. Il rischio è quello di mortificarlo, compromettendo ancora di più la relazione con i coetanei. È invece importante parlare dell’accaduto una volta a casa, ascoltando la sua versione e analizzandola con dolcezza e serenità.
  • Dialogate: fatevi raccontare cosa è successo durante la giornata. Portate vostro figlio a condividere e verbalizzare tutto: non solo i fatti, ma anche emozioni, sentimenti e paure.
  • Siate rassicuranti: i bambini fragili devono sapere che non è colpa loro se qualcuno fa il prepotente.
  • Non fate confronti: i paragoni non spronano affatto, rischiano anzi di aggravare le insicurezze del bambino. Frasi come “hai visto tuo fratello come si fa rispettare? Impara da lui!”, vanno quindi assolutamente bandite.
  • Non li etichettate: i bimbi più sensibili sono spesso vittime di pregiudizi che nascono in casa, anche se involontariamente. Ripetere davanti agli altri che vostro figlio è docile, timido o indifeso può soltanto peggiorare le cose. Il bambino potrebbe infatti finire per accentuare certi comportamenti, per rispondere meglio a quello che è ormai considerato il suo marchio di fabbrica, il suo modo di essere.

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