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8 soluzioni per i bambini che non mangiano con i genitori

A casa sono capricci a ogni pasto poi, come per magia, si trasforma in un piccolo buongustaio se pranza dai nonni, dagli amichetti o all’asilo. Tuo figlio risponde all’identikit? Non temere, sei in ottima compagnia: i bambini che non mangiano con i genitori sono più di quelli che pensi.

Questo comportamento può avere cause diverse, spesso slegate dal contenuto del piatto. Il rifiuto del cibo può essere un modo di esprimere un disagio, o una risposta non verbale alle eccessive pressioni. Proprio per questo gli esperti suggeriscono di non drammatizzare. Alleggerire l’atmosfera aiuta infatti a stimolare l’appetito dei bambini che non mangiano con i genitori, insegnandogli le gioie della condivisione in famiglia.

L’importanza di un rapporto sereno con il cibo

Il rapporto dei bambini con il cibo è importantissimo, soprattutto nei primi cinque anni di vita. Il motivo è semplice: durante questa fase, oltre ad apprendere il linguaggio, i nostri figli memorizzano le prime informazioni alimentari e iniziano a costruire le loro preferenze. Seguire fin dalla prima infanzia una dieta varia e bilanciata riduce i rischi di intolleranze e favorisce lo sviluppo di una relazione sana con il cibo.
Ma cosa fare con i bambini che non mangiano con i genitori? Seguendo i consigli di pediatri, psicologi e nutrizionisti abbiamo selezionato otto soluzioni pratiche per affrontare e superare il problema.

8 soluzioni per far mangiare tuo figlio a casa

1) Non pressarlo
Giusto ieri la nonna ti ha detto che il piccolo è stato bravissimo: ha mangiato tutte le verdure, pulendo il piatto a specchio. Una volta a casa è tornato però a rifiutare il cibo. La prima strategia da provare è l’indifferenza: anche quando non mangia costringiti a osservarlo senza intervenire. Così facendo hai l’opportunità di spezzare un circolo vizioso: l’inappetenza di tuo figlio ti mette ansia, un’ansia che gli trasmetti a tua volta spronandolo a mangiare. Ci hai mai pensato? Forse i bambini hanno più appetivo fuori casa perché nessuno gli mette pressione. Si siedono a tavola più sereni e, di conseguenza, sono più affamati.

2) Fallo mangiare fuori
Molte mamme tendono a ingelosirsi e vivono con grande frustrazione i capricci alimentari dei figli. Non cadere anche tu nel tranello! Lontano da casa il bambino ha più appetito? Fai di necessità virtù: accetta gli inviti di amici e parenti e incoraggialo a mangiare fuori ogni volta che capita l’occasione. Il bambino potrà così sperimentare nuovi piatti e abitudini alimentari diverse, condividendoli con te una volta a casa. I pasti devono essere vissuti con naturalezza e positività, la compagnia in questo senso può senz’altro aiutare.

3) No ai menu personalizzati!
I bambini agiscono spesso per imitazione, anche nel mangiare. Non a caso, il primo punto del decalogo per l’alimentazione stilato dai pediatri dell’ospedale Bambino Gesù raccomanda di bandire i menu differenziati. Meglio scegliere ricette adatte a tutti i membri della famiglia, capaci di stimolare il senso di appartenenza. Mangiando gli stessi piatti del papà o dei fratelli maggiori, i più piccoli saranno spronati a finire tutto, seguendo le orme dei loro modelli di riferimento.

4) Non usare il cibo come strumento di ricatto
“Finché non finisci non puoi uscire a giocare”, “Se mangi tutte le verdure ti compro il gelato”: sono frasi comuni, ma che è meglio evitare. Oltre ad aumentare l’avversione per determinati alimenti, rischiano infatti di falsare il rapporto con il cibo. Il bambino potrebbe infatti sviluppare in futuro la tendenza a sovralimentarsi soltanto allo scopo di ricevere un premio.

5) Elimina le distrazioni
La cena in famiglia è un momento di condivisione importante, da vivere senza distrazioni. Meglio spegnere tv, tablet, cellulari e togliere di torno tutti i giochi che potrebbero interferire con l’appetito del bambino.

6) Rispetta gli orari
I pasti devono diventare un appuntamento piacevole e coinvolgente per tutta la famiglia. Mangiare sempre alla stessa ora può regolarizzare l’appetito del bambino. Apparecchiare insieme e sedersi tutti intorno al tavolo stimola invece l’abitudine al rito della condivisione.

7) Portalo a fare la spesa
I bambini che non mangiano con i genitori andrebbero coinvolti nella scelta dei menu, già a partire dalla spesa. Gli esperti invitano a portare i figli al supermercato e a dare ascolto alle loro proposte e preferenze. Avere voce in capitolo nella gestione delle cose “da grandi” li aiuta infatti a crescere e ad esprimere i propri desideri e la loro personalità.

8) Sperimentate in cucina
Dopo aver scelto le materie prime al supermercato il passo successivo è pasticciare in cucina. Ideare nuovi piatti con mamma e papà è un modo divertente per stimolare la creatività e tutti i cinque sensi. Il cibo è anche divertimento e i manicaretti che tuo figlio preparerà con le sue manine avranno tutto un altro appeal rispetto alla “solita minestra”. Bastano un cappellino da chef e un piccolo grembiule per trasformare l’esperimento in un gioco bellissimo. Scommettiamo?

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