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Pre e post partum, sofferenza patologica di una neo mamma. Conoscete la Maternity Blues?

Il periodo della gravidanza, del parto e del post partum sono, per molte donne, momenti decisamente coinvolgenti ma anche vissuti con ansia ed apprensione. Con la nascita del figlio, le neo mamme vanno incontro a differenti reazioni ed emozioni in oscillazione perpetua, tra gioia e tristezza, dalla confusione al senso di appagamento, dalla felicita al pianto.

Molte donne riescono a gestire queste oscillazioni del tono dell’umore in maniera adeguata, anche nei giorni successivi al parto, oltre invece a manifestare un vissuto negativo di durata breve ma intensa, per più giorni consecutivi.

Episodi di pianto e scoraggiamento, di umore irritabile e quindi di esperienze transitorio e non patologiche nell’immediato dopo parto, conosciute col nome di Maternity Blues.

Cos’è la Maternity Blues ?

La Maternity Blues è l’insieme di sintomi psicologici e psicosomatici che in maniera accentuata ma non patologica, si possono manifestare nei primi 10-15 giorni dopo il parto.

Le neo mamme si presentano con sintomi lievi di tipo depressivo (pianto, tristezza, umore labile e fluttuanti, scarsa concentrazione, irritabilità, ansia, paura, disturbi del sonno e dell’appetito). In gran parte delle donne questa condizione è transitoria e si risolve spontaneamente (Grussu P., 2016)”, entro una settimana.

Il vissuto delle donne con Maternity Blues che sperimentano tale condizione, raccontano di un tono dell’umore differente rispetto al solito, piuttosto mutevole, anche da un giorno all’altro; lamentano di uno “stato di tristezza”, e di una maggiore reattività emotiva. Sono consapevoli di reagire in maniera eccessivamente marcata di fronte ad esperienze quotidiane comuni, sopratutto rispetto al quotidiano nel dopo parto, a fronte di nuovi impegni e responsabilità personali e relazionali (Rondón, 2003)”.

Quali sono i sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo ?

Di tutt’altro genere è invece il Disturbo Ossessivo-compulsivo che può presentarsi anch’esso nel dopo parto. Compare con una prevalenza dallo 0.7% al 9%, e la percentuale di donne che presentano sintomi ossessivo-compulsivi va dal 14% al 63.5% (Brockinton, I.F., Anxiety, obsessions and morbid preoccupations in pregnancy, and puerperium. Archives in Women’s Mental Health, 2006, 9: 253-263).

Tale disturbo si associa a pensieri, immagini o impulsi violenti e inquietanti. Le ossessioni aggressive e sessuali sono piuttosto comuni. Le prime includono il pensiero di fare qualcosa di sbagliato che causi un danno al bambino. Un altro comune sintomo di tale disturbo è la preoccupazione che possa capitare qualcosa di brutto al figlio.

In risposta a queste idee il genitore tende a mettere in atto svariati comportamenti di controllo di tipo compulsivo, per assicurarsi che il bambino stia bene.

Un terzo sintomo è la presenza di pensieri sessuali indesiderati sul proprio figlio, che si sperimentano durante il bagnetto o il cambio di pannolino. Un padre, ad esempio, che vive tali ossessioni si percepisce come soggetto “depravato” o “pedofilo”, ed in risposta a queste ultime sensazioni prende le distanze dal bambino, evitando un contatto fisico con lui.

Come in tutte le altre forme di disturbo ossessivo-compulsivo, anche il disturbo che esordisce nel post parto è caratterizzato da rituali di evitamento in risposta alle ossessioni (comportamenti di controllo, di lavaggio, di evitamento di situazioni e rituali mentali).

Tutti comportamenti che manterranno i sintomi del disturbo perché impediranno di disconfermare le credenze errate collegate alle ossessioni stesse.

I genitori con tale disturbo che compare nel postpartum non desidera né ha intenzione di nuocere al piccolo. A causa del comparire di tali pensieri minacciosi, essi finiscono col mettere in discussione le proprie intenzioni, la propria buona fede e le proprie capacità a svolgere il ruolo genitoriale.

Cos’è il Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

Il disturbo post traumatico da stress si può manifestare dal 2-3% fino al 25% delle donne nel postpartum. Coloro che hanno subito un trauma in gravidanza, durante il travaglio, il parto o nel postpartum possono sviluppare un PTSD.

Spesso, in quanto disturbo non viene debitamente riconosciuto e gestito in maniera appropriata. Esperienze quali il dolore estremo, la perdita di controllo e la paura di morire per se stesse e per il bambino pongono le donne nei confronti di un rischio più elevato di disturbo post traumatico da stress. I fattori predisponenti principali sono:

  • Violenza domestica
  • Abuso sessuale
  • Strupro
  • Migrazione

Un approfondimento ulteriore e particolareggiato meriterebbe in separata sede la Psicosi Postpartum, disturbo dell’umore invalidante, con un’insorgenza improvvisa e inaspettata, che non viene diagnosticata in maniera specifica e distinta, date le sue multiformi manifestazioni cliniche.

Bibliografia
Bramante A., Seminario di studio, Società Marcé per la Salute Mentale Perinatale, Farmacologia e Psicopatologia Perinatale, 3 Ottobre 2016, Istituto Emmeci, Torino.
Grussu P. e Bramante A. (a cura di), Manuale di Psicopatologia Perinatale. Profili psicopatologici e modalità d’intervento. Edizioni Centro Studi Erickson, 2016, Torino.

Per maggiori info
Dott.ssa Francesca G. Camìsa Parenzàn

francescag.camisa@teletu.it
La dottoressa riceve presso il suo Studio di Arona (NO) previo appuntamento per mail.

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