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Donazione o conservazione del sangue cordonale: le linee guida

Il sangue placentare o cordonale viene donato successivamente al taglio del cordone ombelicale
Il sangue placentare o cordonale viene donato successivamente al taglio del cordone ombelicale

Durante la gravidanza arriva il momento di decidere cosa fare del sangue del cordone ombelicale.

Il sangue placentare, o cordonale, contiene infatti cellule staminali emopoietiche, preziosissime in campo medico.

Sempre di più gli studi che hanno confermato quanto il sangue cordonale possa essere prezioso per la vita.

Il sangue prelevato dal cordone ombelicale rappresenta infatti una valida alternativa al midollo osseo per eseguire il trapianto di cellule staminali.

Questo può avvenire sia a vantaggio di pazienti pediatrici che adulti. Il trapianto di cellule staminali rappresenta l’unica possibilità di guarigione per molti pazienti affetti da leucemia o da altre gravi malattie ematologiche.

Sfortunatamente molti pazienti non hanno un donatore di midollo compatibile, né tra i propri familiari né tra i registri internazionali di donatori di midollo osseo. Per loro il sangue di cordone ombelicale rappresenta quindi l’unica speranza per poter eseguire il trapianto.

Le linee guida per la donazione del sangue cordonale

Al termine della maggioranza dei parti il sangue placentare viene eliminato, dilapidando tutte le sue preziose risorse. Ciò avviene nonostante possa essere raccolto con procedure piuttosto semplici. Il prelievo del sangue cordonale avviene infatti in pochi minuti ed è del tutto indolore. Non comporta nessuna modifica nella normale assistenza al parto ed avviene senza alcun rischio. Né per la per madre e né per il neonato.

Appena il cordone ombelicale viene reciso un operatore può raccogliere in una sacca il sangue del cordone ombelicale. Sacca che viene immediatamente trasportata per poi essere conservata in appositi congelatori dedicati, presenti nelle banche del sangue cordonale.

Si tratta di strutture sanitarie autorizzate a conservare e distribuire le cellule staminali raccolte a scopo di trapianto. Lo fanno garantendone qualità, sicurezza e tracciabilità di quanto raccolto.

E’ bene precisare che il sangue cordonale è prelevato solo se in sala parto sono assicurati i massimi livelli assistenziali.

Donazione del Sangue cordonale, procedura

Chi é interessato alla donazione del sangue cordonale può rivolgersi al reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale in cui intende partorire. Lo si fa manifestando esplicitamente la propria volontà alla donazione, in assenza della quale tutto finirà in un cestino, con grave nocumento alla possibilità di far del bene.

Chi volesse donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato ed eseguire un’anamnesi. Giova sapere, a tal proposito, che la donazione è anonima e del tutto gratuita e può avvenire in qualsiasi struttura ospedaliera accreditata come punto di raccolta.

Il sangue del cordone viene aspirato solo dopo che lo stesso è stato tagliato. E’ ricco di cellule staminali e viene raccolto in una sacca sterile, dai 50 ai 100 millilitri. In attesa del trapianto, il sangue è crioconservato in contenitori a 190° C sotto 0, e i dati registrati in una banca dati computerizzata.

Sangue cordone ombelicale, conservazione per uso dedicato

In Italia non è consentita la conservazione per uso “dedicato” del sangue del cordone ombelicale. Ci sono però delle rare eccezioni, in caso di patologie tra i consanguinei del nascituro. In questi casi viene riconosciuto clinicamente appropriato l’utilizzo terapeutico delle cellule staminali del sangue cordonale per un utilizzo personale o familiare.

È possibile donare il sangue del cordone ombelicale a scopo “autologo” quando:

  • il nascituro o un suo consanguineo presenta una patologia per la quale il trapianto di cellule staminali emopoietiche è clinicamente valido;
  • nella famiglia c’è il rischio di una malattia geneticamente trasmissibile a futuri figli;
  • persistono patologie per le quali sussistono evidenze di un loro impiego nell’ambito di sperimentazioni cliniche regolamentate.
Analisi in laboratorio del sangue cordonale o placentare
Analisi in laboratorio del sangue cordonale o placentare

Donare o conservare il sangue cordonale

In Italia é quindi possibile procedere in due modi:

  • donare il sangue cordonale a scopi solidaristici, mettendolo a disposizione della collettività. Vi é un motivo etico alla base di questa scelta, fondato sulla reciprocità e solidarietà civile che contraddistingue il Sistema Sanitario Nazionale.
  • conservare il sangue del cordone ombelicale ad uso dedicato, che, come nel precedente caso non comporta alcun onere economico, rientrando nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

La conservazione del sangue cordonale ad uso autologo, in Italia non è invece consentita. Questo perché, al momento, non esistono evidenze scientifiche riguardo a un suo impiego a scopo personale, al di fuori dei casi previsti dalla normativa di riferimento.

Donazione del sangue cordonale, criteri di esclusione

Ci sono alcuni criteri di esclusione per la donazione del sangue cordonale che precludono la possibilità di donare il sangue del cordone ombelicale. Tra questi l’essere affetto da malattie trasmissibili con il sangue o da altre gravi malattie. E’ altresì sconsigliabile il prelievo del sangue del cordone nei parti prematuri, avvenuti prima della 37^ settimana (34^ nel caso di donazione dedicata).

Precludono la donazione anche eventuali febbri o infezioni da parte della mamma del neonato. Stessa cosa quando il bambino presenta malformazioni congenite o c’é evidenza di sofferenza fetale. Donazione interdetta anche quando le membrane si sono rotte da più di 12 ore rispetto al parto. Paletta rossa, infine, alle donne portatrici di malattie ereditarie o che non abbiano contratto infezioni durante la gravidanza. 

La conservazione all’estero delle cellule staminali

Esiste infine una terza possibilità, quella di raccogliere e conservare a pagamento le cellule staminalinell’ipotesi che in futuro possano essere messi a punto dei protocolli per curarsi con le proprie cellule staminali. Una possibilità, che approfondiremo più dettagliatamente, possibile soltanto fuori dai confini italiani. Comunque la si veda è fondamentale che si venga informati sulle differenze che esistono tra donazione e conservazione. Davvero un peccato, in fondo, quando quelle cellule staminali, così preziose, finiscono gettate in un cestino.

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