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Coppia in crisi e tradimento: ne parliamo con la psicoterapeuta

Una coppia in crisi, non tenendosi più per mano, lasciandosi andare poco a poco, può incappare in un tradimento che spezza la routine apportando una componente di adrenalina. La vita di coppia viene messa alla prova quotidianamente e il rischio che l’abitudine si tramuti in noia e un sentimento di malessere pervada l’armonia a due è sempre in agguato. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Monica Laura Cascione.

Le ragioni di un tradimento fanno capo ad entrambi i soggetti di una coppia. Le motivazioni sono svariate e complesse. Alla base spesso l’insoddisfazione della relazione. Ma prima di arrivare a “tradire” cosa potrebbero fare i partner?

Naturalmente potrebbero e dovrebbero confrontarsi. Quello che succede però, è che quando la coppia entra in crisi, ci si ritrova incapaci di rapportarsi in maniera profonda all’altro si cade in un circolo vizioso di accuse e fraintendimenti che non fanno altro che aumentare la delusione.

Il rapporto tra i partner nasce dal desiderio di conoscere l’altro, perchè ci intriga “quel qualcosa” che è invisibile ma che percepiamo. Chi è innamorato vede il suo partner bellissimo e affascinante, ed è proprio nel rispondere a quest’immagine che risiede la spinta che ci porta al cambiamento e alla scoperta di qualcosa di nuovo in sè e nell’altro, che ci permette di rafforzare l’autostima e in una sfida continua, che ci stimola e appassiona. Solo così il rapporto rimane vivo e ci permette di affrontare i problemi e le mancanze, perchè l’altro rappresenta sempre colui da riconquistare ogni volta!

Quali sono le cause in genere che conducono all’infedeltà?

Le cause vanno ricercate nell‘insoddisfazione della relazione che si vive e nella paura di perderla al tempo stesso. Fa paura l’idea che la coppia non funzioni, perchè è il risultato di un continuo impegno, aspettative e speranze. S’intrecciano mondi che ognuno ha condiviso investendo nel rapporto. Spesso l’altro ci delude, ma è un sentimento troppo doloroso e si preferisce chiudere gli occhi e pensare che non sia vero. Ricorrere al tradimento è spesso la spia di un malessere che non si riesce ad affrontare.

Perchè risulta faticoso e difficile parlare, confrontarsi e mettere a nudo le proprie mancanze, i propri disagi relazionali, le proprie insoddisfazioni prima che sia troppo tardi?

Relazionarsi all’altro in maniera costruttiva richiede un’identità forte, capace di mettersi in discussione, capace di vedere i propri errori e di stimolare il rapporto nella direzione del cambiamento. I partner devono imparare a “sentire” cosa provano, affidarsi alla propria sensibilità così da poter riconoscere anche le proprie carenze.

Talvolta i segnali di crisi ci sono ma si preferisce minimizzare e soprassedere con il rischio di rendere ciò che era recuperabile irrecuperabile. Ci può spiegare?

La paura più profonda è quella della separazione, se questa rappresenta per noi l’angoscia di rimanere soli e il fallimento personale. Se il partner compensa e colma un vuoto interiore, questi diventa la “nostra vita” che non rappresenta il “vero amore” ma una fragilità della nostra identità. Diventa intollerabile il solo pensiero che si possa rischiare l’abbandono e si cede alla rassegnazione.

Tradimento e passione

Il tradimento va sempre confessato?

No, se viene utilizzato come motore di ricerca personale, cioè se può rappresentare l’occasione di capire chi si è e cosa si cerca dal partner.

Se non confessato deve comunque rappresentare un segnale che ci mette nella condizione di fare una scelta definita. La chiarezza e la correttezza nei confronti dell’altro passa sempre prima da un lavoro fatto su se stessi.

Si può perdonare un tradimento?

Dipende. Di nuovo, se l’altro rappresenta per me una stampella e mi mette al riparo dalla paura della solitudine, allora il “perdono” diventa quello della rassegnazione e dell’impossibilità del cambiamento. Una relazione di dipendenza soffoca l’autonomia e perdere l’altro significherebbe rimanere soli e vuoti.

Consulenza: dottoressa Monica Laura Cascione, laureata in psicologia clinica e di comunità all’Università La Sapienza di Roma, specializzata in psicoterapia della coppia e famigliare. Iscritta all’ordine degli psicologi del Lazio

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