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Acquaticità neonatale o baby nuoto: i consigli dell’esperto

L’acquaticità neonatale, o anche chiamata baby nuoto, è un’attività sempre più richiesta e apprezzata dai genitori ma non per moda bensì per gli innumerevoli benefici che si rilevano sul neonato. Dopo i 3 mesi di vita il bebè infatti può cominciare un corso di acquaticità. Chiaramente non si tratta di un canonico corso di nuoto bensì un approccio all’acqua che sviluppa e stimola eterogenee competenze del bambino.

La parola all’esperto

Abbiamo voluto approfondire il tema con la Dott.ssa Veronica Ricciuto, Ostetrica, Riabilitatrice del Pavimento Pelvico, Formatrice nel Counseling in Allattamento (Oms-Unicef), Acquamotricista Esperta del Percorso Nascita (CSEN) e Docente all’Università Cattolica Roma.
La dott.ssa da anni segue il progetto N.C.A – Nasci e cresci in acqua presso il Centro Sportivo Physical Village Roma. ” Per noi NCA rappresenta l’invito a tutte le gestanti e coppie in attesa di ritrovare in un ambiente sereno il proprio benessere e prepararsi all’evento nascita. In una città caotica come Roma, è fondamentale fermarsi e chiedersi come decidiamo di vivere il presente. Porre attenzione al come educare i nostri figli. Accolgo le gestanti nella piccola piscina riscaldata, dove sperimentano movimenti dolci che rilassano e aumentano la percezione del pavimenti pelvico. Attraverso le visualizzazioni e la respirazione profonda, comprenderanno meglio gli adattamenti fisici e psichici che la gravidanza richiede giorno dopo giorno. Non mancano i momenti di confronto e  incontri con i futuri papà. Parallelamente le gestanti praticheranno un’attività fisica divertente ma mirata a prevenire un eccessivo aumento ponderale e i problemi di circolazione periferica”.

Un’attività quindi che ancora prima di far sperimentare al neonato può essere intrapresa dalla mamma in gravidanza, dando inizio ad un percorso acquatico di benessere che proseguirà dopo il parto e poi insieme al proprio bambino. L’idrochinesiologia è una pratica terapeutica-educativa che pone al centro dell’attività il ruolo relazionale dell’acqua in questo caso con la gestante prima, con  il bambino e i suoi genitori poi. “L’acqua è il simbolo di vita. Quando possiamo sperimentare serenamente la libertá di movimento che essa permette, probabilmente riviviamo quelle stesse sensazioni della vita intrauterina”.

L’acquaticità dei neonati

I neonati hanno vissuto per nome mesi sospesi nel liquido amniotico, quindi immergerli in una piscina è permettere loro di mantenere viva questa esperienza familiare. Ma è possibile mantenere l’acquaticità nei neonati e se si a quale età possono cominciare un corso di baby nuoto?
“Non c’è un tempo minimo per cominciare, – spiega la dottoressa –  come ostetrica accerto sempre come siano andati gravidanza, parto e le condizioni di salute del bambino. Il contatto con l’acqua comincia con i primi bagnetti a casa  dopo la caduta del moncone ombelicale. Ma è importante ricordare ai genitori che nei primi mesi di vita il neonato ha bisogno di contatto fisico continuo. Per questo quando sono molto piccoli, hanno difficoltà a dormire in una culla seppure accogliente. Niente può sostituire la sicurezza trasmessa dal calore corporeo di mamma e papà e solo la vicinanza permette loro di riconoscerlo. Per ogni bambino è fondamentale che siano rispettati i diversi tempi di adattamento alla vita extrauterina. La gravidanza fisiologicamente può terminare dalla 37° alle 42° settimana, è importante tener conto di questo dato per intuire quanto diversi possano essere due nati nel medesimo giorno ma ad età gestazionale differente”.
La temperatura della piscina,  tra i 31 ed i 33 gradi Celsius, permette ai bambini di tre mesi di adattarsi facilmente. E’ necessario che vi sia sempre la costante presenza di un genitore che in questa fase rappresenta una fonte inesauribile di sicurezza e tranquillità. Il corso di baby nuoto non mira ad insegnare una tecnica, ma piuttosto a favorire e mantenere una capacità innata nell’essere umano rappresentata dall’acquaticità”.

Benefici affettivi

“L’acquaticità rappresenta la capacità di adattarsi all’elemento acqua sfruttandone le qualità fisiche e un’attitudine a muoversi liberamente in un ambiente così favorevole. È un’occasione unica che agisce positivamente sui processi di sviluppo psicomotorio dei neonati. Permette loro di acquisire maggiore fiducia in se stessi e nelle proprie capacità grazie alla libertà di movimento”.

E’ risaputo che nei primissimi anni di vita si determina il maggior sviluppo cognitivo e affettivo del bambino. Si pongono le basi per l’adulto che diverrà. Il rapporto che s’instaura tra mamma e piccolo sarà determinante per il futuro emotivo, sociale e relazionale del neonato. L’acqua diventa la cornice ideale per far vivere al neonato e ai suoi genitori un’esperienza fatta di sensazioni tattili, sonore e visive. I sorrisi, il rilassamento, l’acqua che accarezza stimola emozioni positive. Grazie all’acqua la relazione con mamma e papà si arricchisce e s’intensifica.
“Ritengo che questa esperienza così entusiasmante per i genitori- prosegue la dottoressa – rappresenti anche l’impegno a comprendere fin da subito quanto le loro emozioni siano in grado di condizionare gli stati d’animo dei figli. Permettere lo sviluppo delle capacità innate dei più piccoli non è affatto semplice: richiede un continuo compromesso tra la possibilità di donare loro libertà e la rinuncia a correre il rischio. Spesso sono più le paure tipiche dell’adulto a condizionare i comportamenti del bambino. Ritagliarsi uno spazio protetto a fianco di professionisti permette di essere facilitati nello sviluppo della reciproca fiducia tra genitori e figli”.

Benefici fisici

Il nuoto neonatale stimola il bambino da un punto di vista fisico rafforzandone il sistema cardiorespiratorio e quello scheletrico, favorisce la socializzazione e  stimola appetito e sonno. L’attività motoria in acqua quindi può avere effetti rilassanti anche  nei bambini che hanno problemi ad esempio con la nanna?

“I bambini hanno energia infinita, questo perché come tutte le specie in natura dobbiamo da subito fare esperienza per evolvere e scoprire le nostre capacità. L’esperienza richiede movimento, spazio e una miriade di stimoli sensoriali. Per i bambini piccolissimi divertirsi nell ’acqua, sotto la costante attenzione dei genitori, significa utilizzare nel migliore dei modi questa energia. Quella sensazione di appagamento che dimostrano a fine incontro, traduce tutto quello che ho scritto e li accoglie in un piacevole sonno. Credo che molti dei “problemi” con la nanna  richiedano una lettura più approfondita, possibile con un professionista che osservi genitori e figli nella quotidianità”.

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