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Termine gravidanza scaduto: come comportarsi?

Il termine di gravidanza è scaduto, corredino e valigia sono pronti ma il bimbo non si decide ancora a nascere. Come comportarsi? Innanzitutto niente panico, andare oltre la data presunta è molto comune tra le donne in dolce attesa. Se mamma e bebè sono adeguatamente controllati non c’è nulla da temere.
Vediamo nel dettaglio come si calcola il termine di gravidanza e quali sono le cose da fare (e da evitare) quando il tempo scade.

Termine di gravidanza, cos’è e come si calcola

Il termine di gravidanza può essere calcolato con due diverse modalità:

  1. contando 40 settimane dalla data di inizio dell’ultima mestruazione;
  2. misurando le dimensioni del feto durante la prima ecografia.

Entrambi i metodi definiscono la data presunta del parto, detta DPP, che non è mai precisa al 100%. Non tutte le donne hanno infatti un ciclo che dura esattamente 28 giorni. Lo stesso vale per le misurazioni ecografiche, perché feti più grandi della media possono facilmente trarre in inganno e falsare l’attesa.
Per questo, anche se il termine scade dopo 40 settimane, la letteratura scientifica prevede uno scarto di circa 15 giorni. Sono così considerati a termine tutti i neonati nati tra le 38 e le 42 settimane, mentre si parla di “gravidanze oltre il termine” soltanto dopo la 42a settimana.

Favorire il travaglio: no al fai da te

Chiariamo subito un punto: NON esistono sistemi fai da te infallibili per stimolare il travaglio. Vanno quindi evitati i metodi legati a vecchi credenze popolari. Bagni caldi, lunghe camminate e rampe di scale non soltanto non aiutano, ma sono anche rischiosi. Quando il termine di gravidanza è scaduto il bambino ha infatti poco spazio a disposizione per muoversi, e una stimolazione eccessiva può metterlo in sofferenza. È incerta anche l’utilità del sesso al nono mese, per ora non supportata da prove scientifiche affidabili. Idem per l’assunzione per via orale di olio di ricino e per il consumo di minestre di verdure o gelato.

Cosa fare se il bimbo è in ritardo?

Scaduto il termine di gravidanza l’unica cosa da fase è restare tranquille e affidarsi al proprio ginecologo. Solitamente viene prescritto il monitoraggio cardiotocografico. Questo esame, non invasivo e usato già prima del parto, serve a controllare il battito del feto e a rilevare l’eventuale presenza di contrazioni uterine.

Al monitoraggio si associano anche un’ecografia e una visita generale, così da valutare lo stato di salute della mamma e del bambino. In base al risultato dei test, il medico deciderà se attendere ancora o procedere con l’induzione al parto, avviando artificialmente il travaglio.

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