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La gravidanza seguita dall’ostetrica

Una donna in attesa non è in uno stato di malattia, al contrario la gravidanza è uno stato naturale e fisiologico per la donna. Proprio per questa ragione una gravidanza fisiologica può essere seguita dall’ostetrica. Grazie al prezioso contributo della dottoressa ostetrica Angela Valletta, socia fondatrice di R.O.R.A ( Rete Ostetrica di Risonanza Armonica) abbiamo quindi approfondito alcuni aspetti in merito al ruolo e alle competenze di questa figura professionale.

Come  segue la donna in gravidanza l’ostetrica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS 1996) ha individuato nel miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino uno degli obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale raccomandando che ” l’assistenza al percorso nascita garantisca una mamma e un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso possibile compatibilmente con la sicurezza”.

E’ necessario pertanto, come sottolineato dal Comitato Percorso Nascita Nazionale, che l’assistenza sia nell’accompagnamento alla gravidanza sia al parto e al post partum/ puerperio per donne e neonati, venga modulata nel rispetto della sua natura fisiologica, sapendo cogliere ed individuare, laddove necessario, la patologia da indirizzare a strutture adeguate.

Sin dalla prima visita in gravidanza, è indispensabile identificare quelle gravidanze ad “alto rischio” per le quali è necessaria una gestione più attenta. Queste gravidanze, tuttavia, costituiscono la minoranza dei casi che pervengono allo specialista, mentre la maggioranza dei rischi ostetrici e degli eventi patologici successivi si presentano in quelle gravidanze che , allo screening iniziale o pre – concezionale appaiono a “basso rischio”. La valutazione della gravidanza , quindi va fatta in tutte le fasi della stessa, dal suo esordio al post-partum. Una gravidanza viene definita ad alto rischio quando esiste la possibilità di un esito patologico per la donna e/ o il bambino con un’incidenza maggiore di quella esistente nella popolazione generale delle gestanti (ACOG).

Lo schema proposto dall’OMS prevede 18 domande a risposta binaria ( si o no):

Anamnesi ostetrica

  1. Precedente morte endouterina fetale o neonatale
  2. Storia di tre o più aborti
  3. Precedente figlio con peso alla nascita <2500 gr
  4. Precedente figlio con peso alla nascita > 4500 gr
  5. Ipertensione o preeclampsia/ eclampsia nella precedente gravidanza
  6. Pregressa chirurgia dell’apparato riproduttivo ( miectomia, resezione di setto  uterino, conizzazione, cerchiaggio cervicale)

Gravidanza attuale

  1. Gravidanza multipla
  2. Età materna < 16 anni
  3. Età materna > 40 anni
  4. Isoimmunizzazione Rh nell’attuale o precedente /i gravidanze
  5. Perdite ematiche vaginali
  6. Presenza di massa pelvica
  7. Pressione diastolica uguale o maggiore a 90 mmHg

Anamesi generale

  1. Diabete mellito insulino-dipendente
  2. Patologia renale
  3. Patologia cardiaca
  4. Abuso di sostanze ( incluso alcool)
  5. Altre patologie ( specificare)

Una o più risposte sì ad una qualsiasi delle precedenti domande comporta l’esclusione della donna dal programma di assistenza alla gravidanza a basso rischio.

Dalla letteratura internazionale proviene l’indicazione che la gestione della gravidanza e del parto a basso rischio da parte delle ostetriche è associata ad esiti materni e neonatali non diversi da quelli delle unità di ostetricia tradizionali e ad una buona soddisfazione delle donne.

L’ostetrica è di fatto la figura professionale idonea a garantire le cure necessarie alle donne e ai neontai in ambito fisiologico e soprattutto offrire un percorso di continuità assistenziale che si snoda attraverso la gravidanza, il parto, il puerpuerio e le cure al neonato.

Come si differenziano le “visite” ostetriche da quelle ginecologiche

Come riportato sulla rivista dell’ostetrica Lucina Anno VIII  I/ 2018, le donne che dichiarano di essere state seguite dall’ostetrica durante la gravidanza è molto bassa, il 9,1 % contro l’80,1 % di quelle che sono state seguite da ginecologi. Questo dato deve necessariamente farci riflettere. Occorre un processo di cambiamento davvero radicale per far si che nell’immaginario comune non si limitino gli ambiti di competenza ostetrica, come quello di seguire il decorso della gravidanza, del parto e del puerpuerio.

Negli ultimi decenni in Italia si è assistito ad una progressiva medicalizzazione della gravidanza / travaglio/ parto con un aumento dei controlli, un utilizzo più allargato di tecnologie diagnostico – terapeutiche, anche invasive, e ad un maggior ricorso al taglio cesareo.

La medicalizzazione è pericolosa soprattutto quando è applicata a persone sane, nella logica secondo la quale se una cura fa bene ad alcuni, somministrarla a tutti farà meglio. Dalle evidenze scientifiche emerge che fare ” di più” può invece essere peggio, e si sta sviluppando anche in Italia, nelle diverse branche della medicina, il movimento Slow Medicine, il cui slogan è : Fare di più non significa fare meglio ( Bert, Giardini,Quadrino, 2013).

Le visite dell’ostetrica seguono un percorso personalizzato sulla donna. Durante gli incontri s’instaura un rapporto di fiducia e di empatia. L’ostetrica accompagna e conduce la donna verso l’acquisizione di consapevolezza di se, del proprio corpo, della propria salute.

Citando Socrate, l’ostetrica mette in pratica l’Ars Maieutica, dal greco maia (levatrice) e téchne ( arte, tecnica) ossia l’arte della levatrice, quindi dialoga, ascolta, si confronta con la donna che segue senza imporre idee o soluzioni. L’ostetrica accompagna la donna e la coppia, indicando le diverse possibilità, stimolando attraverso domande e sollecitando  la donna, protagonista della sua gravidanza a trovare le sue risposte. L’ostetrica conduce con delicatezza e rispetto la donna.

L’importanza dell’aspetto empatico e relazionale tra la donna e l’ostetrica

Rapporto empatico tra la donna e la propria ostetrica

Circa l’ambito empatico e relazionale l’OMS può senz’altro aiutarci a fare chiarezza. Sono state pubblicate le nuove raccomandazioni  per un’assistenza positiva al travaglio e al parto. Secondo l’ultimo report, Making childbirth a positive experiencein tutto il mondo 140 milioni di donne partoriscono ogni anno. Nonostante si conosca molto la gestione clinica del travaglio e del parto, durante gli ultimi anni si è prestata sempre meno l’attenzione a ciò che va oltre l’aspetto clinico.

Il ” The UN Global Stategy for Women’s” e il ” Children’s and Adolescents’ Health” cercano di garantire non solo la sopravvivenza della donna ( alle complicazioni da parto che possono insorgere) ma desiderano ottenere il massimo dal parto in questione di salute e benessere. Ecco perché le nuove linee guida includono non solo gli aspetti clinici per un travaglio e un parto sicuro ma elementi di assistenza che affrontano i bisogni psichici ed emozionali delle donne. Per raggiungere i migliori outcomes fisici, psicologici ed emozionali per madre e neonato è richiesto un modello di assistenza di qualità che si focalizza su entrambi.  Alla base vi è sempre l’informazione e la consapevolezza. La donna va infatti informata sulla durata del travaglio e del parto, sulla possibilità di insorgenza di rischi che richiedono monitoraggio e medicalizzazione.

L’ostetrica è amica della donna. Le sue competenze non si limitano solo alla gravidanza e al momento del parto; la sua preparazione le permette di essere al fianco di una donna nei diversi momenti della sua vita, occupandosi anche di contraccezione, di questioni inerenti la sfera intima in adolescenza,  di prevenzione dei tumori femminili, di riabilitazione del pavimento pelvico, di problematiche che insorgono in menopausa, di educazione sessuale e  alla salute.

La differenza tra cura e assistenza, differenza tra medico e ostetrica

Secondo l’ultimo report WHO, Making childbirth a positive experienze, i punti cardine dell’assistenza ostetrica sono riportati così di seguito:

  • Rispetto. A tutte le donne deve essere riservato lo stesso tipo di assistenza che include dignità, privacy e riservatezza. Tutte dovrebbero essere responsabilizzate alla scelta informata e tutte supportate in maniera continua
  • Continuità dell’assistenza. Le ostetriche assistono la donna in gravidanza, al parto, nel puerpuerio, in maniera continuata. La donna ha il diritto di scegliere la persona di supporto da avere al suo fianco, che sia lo sposo, il partner, un amico/a o un familiare.
  • Ascolto attivo. E’ una tecnica di comunicazione di tipo assertivo, basato sull’accettazione e l’empatia, utile non solo a promuovere la capacità di esprimere in modo corretto ed efficace le proprie emozioni o argomentazioni, ma anche a saper ascoltare e percepire le ragioni e i sentimenti degli altri, stabilendo quel contatto autentico che può diventare base per relazioni arricchenti ed efficaci. Ascoltare in modo attivo vuol dire collegarsi all’altro attraverso la meta-comunicazione. cogliere ogni aspetto del messaggio, la postura, il tono della voce, le esitazioni e le emozioni che trapelano da quanto viene detto.
  • Empowement. Processo attraverso il quale gli individui acquisiscono competenze, accrescono la capacità di controllare attivamente la propria vita e sviluppano la consapevolezza critica del loro ambiente sociale, politico e culturale.
  • Comunicazione efficace. Essa prevede l’utilizzo di una terminologia diretta , appropriata e semplice che permette un approccio positivo nel rispetto dei suoi desideri e preferenze.

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